Un dipendente pubblico non riesce a coprire debiti per 80 mila euro, più della metà non dovrà pagarli

 
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Gela. Non è riuscito, soprattutto a causa di una serie di vicissitudini familiari, a coprire i debiti contratti con banche e finanziarie.

Riconosciuto il sovraindebitamento. In totale, un peso da circa ottantamila euro. Il giudice civile del tribunale Virgilio Dante Bernardi, però, per la prima volta, almeno a livello locale, ha omologato un piano di rientro, facendo leva sulla nuova normativa in materia di sovraindebitamento. Sono stati i legali di un dipendente pubblico, gli avvocati Giovanna Cassarà, Ignazio Raniolo e Francesco Salsetta, ad avviare la procedura davanti ad una famiglia letteralmente subissata dai debiti. Per il giudice, si è trattato di un vero e proprio caso di sovraindebitamento, generato da vicende avverse, senza che ci fosse la volontà dell’uomo e della sua famiglia di non adempiere ai pagamenti. I legali hanno prima ottenuto l’autorizzazione a definire un piano di riparto, alla fine preparato dal commercialista Giorgio Vindigni, per poi ricevere l’omologazione finale. Così, viene tagliato oltre il sessanta percento dei debiti, che non dovrà più essere coperto. La percentuale rimanente, invece, verrà pagata a rate, di modo da consentire all’uomo e alla sua famiglia di non subire l’eventuale pignoramento dei pochi beni di proprietà. Non a caso, la normativa nazionale applicata è stata già ribattezzata “salva suicidi”.

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