Un debito di droga non saldato e il pestaggio a Scavone, condannato il giovane Giovanni Rinzivillo

 
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Gela. Una partita di droga non pagata e la vendetta organizzata da un unico nucleo familiare.
La droga non pagata. Il giudice dell’udienza preliminare Chiara Raffiotta, così, ha condannato a tre anni e otto mesi di reclusione il ventiseienne Giovanni Rinzivillo. Sarebbe stato lui, insieme al fratello e al padre, a prelevare un conoscente del cliente che non aveva coperto il debito. Il giovane venne preso con la forza nella zona di via Generale Cascino e condotto tra le palazzine dello Iacp di Scavone. Quì, sarebbe stato aggredito e pestato. Il motorino della vittima venne portato via. Rinzivillo rispondeva di tentata estorsione, lesioni e minacce. Il pubblico ministero Lara Seccacini, invece, ha chiesto di condannarlo a cinque anni e dieci mesi di detenzione. La difesa del giovane, rappresentata dall’avvocato Carmelo Tuccio, ha nettamente contestato la ricostruzione fornita dall’accusa, mettendo in dubbio la sussistenza degli elementi che potessero giustificare l’accusa di tentata estorsione. Inoltre, stando al legale, il ruolo di Giovanni Rinzivillo sarebbe stato marginale nell’intera vicenda. Solo la scorsa settimana, per gli stessi fatti, il collegio penale presieduto dal giudice Paolo Fiore ha condannato Salvtore Morello, padre di Giovanni Rinzivillo, e Alessandro Di Fede.

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