Gela. Per gli investigatori, avrebbe fatto da corriere della droga. Il carico, oltre quattro chili di marijuana, avvenne lo scorso gennaio in città, dove, però, arrivarono i carabinieri. La droga era nel bagagliaio della sua Suzuki, a bordo della quale stava cercando di ritornare a Catania. E’ arrivata la condanna a due anni e otto mesi di reclusione per il giovane etneo Salvatore Manganaro. Difeso dall’avvocato Salvo Macrì, si è presentato davanti al gup del tribunale e alla fine è stato giudicato con il rito abbreviato, come richiesto dalla difesa. Per i pm della procura, sono state confermate tutte le accuse, tanto da averne disposto il giudizio immediato. La difesa, però, ha optato per un rito alternativo e la posizione del giovane, attualmente detenuto, è stata definita dal gup Paolo Fiore.
Il pubblico ministero Mario Calabrese ha chiesto una condanna più pesante, sei anni di reclusione, considerando anche i precedenti che gravano sul giovane. Manganaro, già dopo l’arresto dei carabinieri, ha ammesso di essere arrivato in città per un carico di droga, che gli sarebbe stato commissionato. L’avrebbe fatto per i soldi pattuiti. A bordo della Suzuki e senza patente, effettuò il carico ma venne subito bloccato dai carabinieri, lungo la 117 bis, all’altezza del centro direzionale Enimed. Il difensore ha contestato la pesante richiesta giunta dall’accusa, sottolineando come Manganaro abbia escluso di far parte di organizzazioni criminali, attive nel traffico di stupefacenti. Il gup, così, ha pronunciato la condanna a due anni e otto mesi di reclusione e la difesa potrebbe anche decidere di impugnarla in appello.
