Un commerciante cinese pestato a sangue, in aula una testimone: dubbi difese su identità aggressori

 
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Gela. L’aggressione avvenne ma le difese hanno messo in dubbio che a colpire l’esercente cinese vittima di un pestaggio furono i due imputati, Rocco Scerra e Orazio Giannone. Entrambi sono ritenuti responsabili di quanto accaduto qualche anno fa all’uomo, che gestisce un punto vendita in città. Per i pm della procura, avrebbero agito dopo che il giorno precedente le mogli ricevettero un trattamento non consono dall’esercente, che forse le avrebbe riprese verbalmente. Una specie di spedizione punitiva, quindi, che però le difese escludono, almeno rispetto alla posizione di entrambi gli imputati. Gli avvocati Giacomo Ventura, Salvo Macrì e Maria Elena Ventura (legali dei coinvolti) ritengono che non ci sia certezza della loro responsabilità. Una testimone, sentita in aula, ha descritto quanto accaduto al titolare dell’attività commerciale, ma non ha riconosciuto in foto i due imputati. Rispondendo al pm Sonia Tramontana, ha parlato di un primo pugno al volto e poi di un pestaggio fuori dal negozio.

Nel corso dell’esame di uno dei finanzieri che successivamente si occupò degli approfondimenti, è emerso che ai due si arrivò solo attraverso le confessioni di una fonte confidenziale. Le difese, per questa ragione, si sono opposte all’acquisizione di diversi atti, ottenendo il sì del giudice Antonio Fiorenza. Nuovi testimoni verranno sentiti il prossimo luglio e molto si giocherà proprio sull’effettivo riconoscimento di entrambi.

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