Un collegamento che sembra impossibile: la storia che non conoscevi sul Ponte Capodarso
Scopri il Ponte Capodarso a Caltanissetta: un arco in muratura del XVI sec. tra storia, restauro e curiosità!
Nel cuore delle gole del fiume Imera Meridionale, tra Caltanissetta ed Enna, sorge il maestoso Ponte Capodarso: un arco in muratura che attraversa la natura selvaggia, nato nel XVI secolo per volontà di Carlo V. Un monumento che unisce storia, ingegneria rinascimentale e curiosità nascoste… pronte a stupire ogni visitatore.
Un ponte voluto da un imperatore, forgia di bellezza e potenza
Nel 1553 Carlo V d’Asburgo ordinò la costruzione del ponte per sostituire il guado pericoloso dell’Imera. Realizzato da mastri veneziani, l’arco originario a "schiena d’asino" era destinato solo ai pedoni. Lungo i lati erano disposte statue dei dodici apostoli, un autentico simbolo religioso e protettivo per chi lo attraversava.
Entro il 1556, il ponte fu completato e divenne un collegamento vitale per il trasporto agricolo verso i porti meridionali. Una meraviglia documentata dalla storia e dalla funzione strategica che ancora oggi possiamo ammirare.
Restauri e trasformazioni tra XVIII e XIX secolo
Nel Settecento il geografo Antonio Chiusole elogiò il Ponte Capodarso come “una delle meraviglie della Sicilia” insieme all’Etna e alla fonte Aretusa. Il francese Jean Houel, durante un suo tour, lo immortalò in un celebre acquerello, testimoniandone la suggestione paesaggistica.
Nell’Ottocento l’arco originale fu modificato per far passare i carri: vennero aggiunti ulteriori campate in muratura, che conferirono al ponte l'attuale forma robusta e articolata. Oggi presenta una struttura multi‑arco che ben si integra nel paesaggio naturalistico.
Un gioiello immerso nella Riserva Naturale
Il ponte è incastonato nella Riserva Naturale Orientata Monte Capodarso e Valle dell’Imera, contornato da alture selvagge. Attorno a esso si osserva una notevole biodiversità: rapaci, falconiformi e uccelli acquatici popolano i cieli e le acque, tra canyon e boschi rupestri.
Percorrono la SS 122, i visitatori possono ammirare dal basso questa opera architettonica. Poco distante, c’è la miniera di Giumentaro, un ulteriore richiamo per gli appassionati di archeologia industriale.
15.2°