Un capitolo oscuro della storia: la Battaglia di Butera tra rivelazioni e drammi mai raccontati
Scopri i dettagli della Battaglia di Butera (845): migliaia di caduti e la svolta araba in Sicilia.

La Battaglia di Butera, combattuta tra la fine dell’845 e l’inizio dell’846 nei pressi dell’attuale Butera (provincia di Caltanissetta), rappresenta uno degli scontri più cruenti e significativi dell’intera campagna musulmana per il controllo della Sicilia. In questo feroce combattimento, l’esercito aghlabide comandato da Abu l-Aghlab al-‘Abbas, un leader militare abile e spietato, si confrontò con le forze bizantine del tema di Kharsianon, provenienti dall’Asia Minore, inviate appositamente per cercare di fermare l’inarrestabile avanzata araba.
Lo scontro ebbe luogo ai piedi della rocca fortificata di Butera, in un’ampia area collinare strategica, scelta non a caso dai bizantini per tentare di mantenere una posizione difensiva vantaggiosa. Tuttavia, nonostante la preparazione e il numero, l’esito fu disastroso per i bizantini: le fonti storiche riferiscono tra i 9 000 e i 10 000 morti tra le fila dell’impero, mentre le perdite tra le truppe musulmane furono minime, a testimonianza della superiorità tattica e logistica degli aghla bidi in quella fase della guerra.
Sicilia contesa: fra le ultime difese bizantine e la nuova potenza musulmana
Nel corso del IX secolo, la Sicilia rappresentava un crocevia strategico di enorme importanza. I bizantini, benché ormai sempre più isolati nell’isola, mantenevano ancora importanti piazzeforti soprattutto nella parte orientale e centrale, inclusa Butera, città-fortezza considerata uno degli ultimi bastioni a difesa dell’entroterra siciliano.
L’inizio della conquista islamica della Sicilia risale all’827, quando un esercito musulmano sbarcò a Mazara del Vallo, seguito dalla presa di Palermo nel 831, che divenne la capitale del nuovo emirato.
Preoccupata dalla rapida avanzata araba, l’imperatrice bizantina Teodora, reggente per il figlio Michele III, decise di invio truppe d'élite direttamente dall’Asia Minore, scegliendo come luogo dello scontro proprio Butera, città dalla posizione dominante tra la piana di Gela e le alture interne. La speranza era di sfruttare il terreno e l’effetto sorpresa per bloccare l’assedio arabo e stabilizzare la regione.
Una disfatta totale: la carneficina e l’effetto domino sulla Sicilia orientale
La battaglia, secondo i cronisti arabi e bizantini, fu una carneficina senza precedenti: i bizantini, seppur in maggioranza numerica, furono sorpresi da una manovra a tenaglia portata avanti dagli aghlabidi, che riuscirono a circondare e poi decimare l’esercito nemico. Alcune fonti parlano di intere legioni sterminate, altre di fuga disordinata verso Gela e Catania.
Il peso della sconfitta fu enorme: con la caduta di Butera, la Sicilia centrale fu definitivamente compromessa. In rapida successione, le truppe islamiche presero Modica nel 845, Lentini nel 847 e Ragusa nell’848, aprendo così la strada alla completa arabizzazione dell’isola. Nel 851, al-‘Abbas fu nominato wali (governatore) dell’intera Sicilia, consolidando una nuova era politica e culturale che avrebbe cambiato per sempre il volto della regione.