Gela. Diciottesimo giorno di sciopero della fame per l’imprenditore Emilio Missuto che, adesso, ha deciso di dormire davanti palazzo di giustizia a bordo di un camion messogli a disposizione.
“Ho rischiato che il gazebo allestito mi cadesse addosso a causa delle cattive condizioni meteorologiche – spiega – purtroppo, nessuno ha pensato di organizzare una postazione di protezione civile nonostante abbia avvertito in tempo utile della mia scelta di riprendere la protesta”.
Intanto, dopo l’arrivo del camion sul piazzale di palazzo di giustizia, l’imprenditore è venuto a conoscenza del passaggio della sua pratica burocratica agli uffici del Consiglio di stato. “La comunicazione – dice – è giunta dalla presidenza delle repubblica che segue la mia vicenda. E’ una comunicazione che arriva dopo la presentazione di un ricorso straordinario al presidente Giorgio Napolitano”.
L’impresa edile di Missuto attende ancora di ottenere diversi crediti da amministrazione pubbliche che hanno chiuso i rubinetti dei pagamenti. “La legge – conclude – deve valere per tutti e, così, ho deciso di proseguire lo sciopero della fame fino a quando non riuscirò ad ottenere giustizia anche per i cinquanta operai che facevano parte del nostro gruppo edile”.