Gela. “Trasformare il carcere in un opificio di attività per promuove la formazione del detenuto”. E’ questo l’obiettivo di Gabriella Di Franco, direttore in missione presso il penitenziario di contrada Balate da metà ottobre.
Vedere il carcere in maniera diversa. La presentazione degli obiettivi del carcere è avvenuta durante la giornata dedicata ai festeggiamenti natalizi con gli 82 detenuti. “La struttura può ospitare complessivamente 96 carcerati – prosegue Di Franco – Il bilancio, dal mio insediamento, è legato a fattori positivi, come la vivacità del gruppo di lavoro, tra polizia penitenziaria, collaboratori e rieducativa. Siamo pronti a vedere il penitenziario in maniera diversa. Una struttura legata alla società con potenzialità rivolte all’esterno. Ci piacerebbe creare un cantiere aperto, una sorta di opificio di attività dove la promozione dell’uomo, detenuto adulto, sia in formazione continua”.
Associazioni e attività. Ieri, la comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con la direzione della casa circondariale, ha proposto un concerto di flauti con la banda musicale “Francesco Renda” del maestro Mirko Musco, un monologo curato dall’associazione Triskelion Teatro, retta da Andrea Rizzo e Silvia Scuderi che hanno interpretato il dialogo “Lettera di un ex condannato a morte”. Era presente il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana, e il cappellano, don Giorgio Cilindrello.
“Non c’è una sezione femminile – aggiunge Francesco Salemi, comandante della polizia penitenziaria – ma i detenuti affrontano corsi su argomenti scottanti, come la violenza sulle donne”. Sono state confermate anche le altre attività di rieducazione rivolte ai detenuti. “I carcerati frequentano corsi agroalimentare – assicura la responsabile Viviana Savarino – creando una vera e propria filiera corta. Alimentano in parte la cucina con i prodotti che coltivano. Tra i corsi destinati ai detenuti, figura quello di digitalizzazione, la possibilità di conseguire la licenza media grazie all’istituto San Francesco, corsi di teatro e alfabetizzazione”.