Gela. Macchitella abbandonata al proprio destino, tra incuria e servizi progressivamente tagliati. E’ molto dura la presa di posizione dei vertici del comitato di quartiere. Il presidente Gioacchino Gradito, il segretario Filippo Guzzardi e il vicepresidente Luca Faraci fanno una lunga disamina di ciò che non va nell’ex zona residenziale Eni, da anni al centro anche della movida estiva. “Ora basta. La misura è colma. Siamo stanchi di assistere, impotenti, al degrado sempre più devastante dell’unico polmone verde e salotto buono della città. Un degrado figlio anche della palese inciviltà nelle condotte messe in atto, assolutamente noncuranti, da parte di gelesi che non si meritano manco l’appellativo di cittadini – dicono – la nostra non è una lamentela di campanile, che circoscrive la vicenda nella cura del proprio orticello. La nostra è l’ennesima denuncia pubblica riguardante quello che era, incontestabilmente, il fiore all’occhiello di Gela. Con gli anni abbiamo perso il servizio distaccato dell’anagrafe, il pronto soccorso presso la clinica “Santa Barbara”, la guardia medica. Da mesi è chiuso l’ufficio postale e l’unico sportello bancomat non è utilizzabile. Si tratta di servizi che non servono più la sola Macchitella, ma anche grossi quartieri periferici oramai confinanti, come quelli nelle contrade di Marchitello, Femmina Morta e Manfria. Stiamo parlando di perimetri urbani con alta densità in termini di popolazione. Macchitella da sola, in quanto a popolazione residente, è paragonabile al paesino vicino di Butera. Con i quartieri sopra citati siamo già ai livelli di comuni come Mazzarino o Riesi. Altri disservizi si sono nel frattempo aggiunti, dal decoro urbano e verde pubblico alla segnaletica stradale, verticale ed orizzontale; dall’illuminazione al randagismo e via di seguito”.
Gli esponenti del comitato di quartiere chiedono di ricominciare proprio dai servizi di base. “A tutto questo diciamo basta. Chiediamo la reintegrazione dei vecchi servizi, con la riapertura immediata dell’ufficio postale ed un netto miglioramento dei servizi attuali, riconosciuti però solo sulla carta. Chiediamo l’istituzione del poliziotto di quartiere, almeno una coppia di agenti, perché è sempre meglio prevenire, specie se poi curare non basta. La situazione non è più tollerabile. A breve incontreremo il sindaco e ci confronteremo con gli assessori al ramo, affinché misure urgenti vengano adottate per mettere finalmente un argine ad una deriva incontrollata”.