Tutti parlano di questi vigneti ma pochi sanno la loro storia | Riesi e il vero racconto del suo Nero d'Avola

Riesi e le sue colline diventano la “mezzaluna del Nero d’Avola”: viti antiche, colori stagionali e un vino DOC che parla di resilienza.

A cura di Redazione
28 giugno 2025 19:00
Tutti parlano di questi vigneti ma pochi sanno la loro storia | Riesi e il vero racconto del suo Nero d'Avola - Foto: 8photo/freepik
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Attorno a Riesi, si estendono le dolci colline dove nasce il celebre Nero d’Avola DOC Riesi: un vino rosso corposo e inconfondibile che da secoli caratterizza il paesaggio agrario e la cultura enologica locale. Sessanta ettari di vigneti ad alberello, allevati sin dall’epoca greca, trasformano queste terre in un quadro vivente: verde acceso a primavera, rosso intenso in autunno, con le stagioni che dipingono le colline a ritmo naturale.

I documenti confermano che il disciplinare DOC risale al 2001 e prevede l’utilizzo minimo dell’85 % di Nero d’Avola, concentrando una vera e propria “mezzaluna viticola” tra Riesi, Mazzarino e Butera.

Conoscere queste colline significa scoprire un mondo rurale sospeso tra tradizione millenaria e innovazione enologica.

Origine, caratteristiche e paesaggio cromatico

Il vitigno Nero d’Avola, introdotto dai Greci e coltivato secondo il metodo dell’alberello, produce un vino famoso per il suo colore rubino, il sapore pieno e tannico, e i sentori di ciliegia, prugna e spezie.

Nel Riesi DOC queste uve esprimono una personalità particolare: robusta ma elegante, con acidità equilibrata e potenziale di invecchiamento, grazie al clima caldo‑arido e ai suoli calcarei delle colline locali. Le viti, secolari o allevate ad alberello, si adeguano perfettamente ai terrazzamenti collinari, creando uno spettacolo visivo unico: a fine estate la collina assume un rosso intenso, mentre in inverno si tinge di ocra, regalando scorci suggestivi.

I produttori di Cantine La Vite, attive dal 1970, hanno contribuito a rilanciare il vino Riesi, con etichette pregiate e un DOC riconosciuto. Questo successo valorizza non solo la lavorazione ma anche il paesaggio: i filari, disposti a “mezzaluna viticola”, sono oggi l’emblema del territorio e attivano circuiti di turismo enogastronomico tra visite alle cantine e degustazioni in vigna.

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