"Tutelare il diritto alla salute", Cuvato: "Mancuso vede opportunità? Venga a curarsi nel nostro ospedale"
Cuvato, come ha riferito ieri nel corso della riunione pubblica in municipio, ritiene che “Mancuso non deve sorprendersi per la protesta che sta montando nel sud della provincia verso i tagli della rete ospedaliera”

Gela. In serata, il consiglio comunale, in seduta monotematica, tornerà sul caso dei tagli ai posti letto dell'ospedale “Vittorio Emanuele”. Verrà esaminato il documento che ieri è stato stilato, in presenza dell'amministrazione comunale, dei sindacati, dei medici, dei pazienti e delle associazioni, confluiti nel tavolo permanente per la sanità cittadina. A fare piuttosto clamore, come abbiamo riportato, sono state le parole del deputato Ars di Forza Italia Michele Mancuso. Nel suo intervento, ieri in Comune, ha riferito che non ci saranno tagli per il “Vittorio Emanuele”, ritenendo che non si “debba fare la guerra prima ancora che venga dichiarata”. “Mi fa piacere che l'onorevole Mancuso la pensi in questo modo – dice il consigliere comunale del Pd Antonio Cuvato – vorrei capire, però, dove Mancuso riesca a vedere opportunità, per il nostro sistema sanitario cittadino, davanti ai tagli? Dove sono questi miglioramenti? Io spero che gli impegni che ha assunto possano concretizzarsi. Però, a cose fatte, lo invito, così come accade quando si inaugura un acquedotto nuovo e si beve un primo bicchiere dell'acqua che fuoriesce, a farsi curare nel nostro nosocomio. L'invito è rivolto pure alla politica regionale”. Cuvato, come ha riferito ieri nel corso della riunione pubblica in municipio, ritiene che “Mancuso non deve sorprendersi per la protesta che sta montando nel sud della provincia verso i tagli della rete ospedaliera”. “Non è un attacco preventivo ma la difesa del diritto alla salute dei cittadini – aggiunge il consigliere – ci sono pure sindaci di centrodestra nettamente contrari alla rete ospedaliera avanzata. Nel nostro ospedale, ci sono reparti da rafforzare, come da pianta organica. Devono esserci norme ad hoc per una città ad elevato rischio di danno ambientale, con incarichi vincolanti per almeno cinque anni, così da avere un personale medico più stabile e non invece tagli dei posti letto”.