Gela. Condizioni di lavoro che definiscono “estreme”. Per questa ragione, diversi operatori della società di vigilanza privata Ancr hanno deciso di informare le forze dell’ordine. Attraverso il legale Riccardo Balsamo, hanno formalizzato una querela, presentata al comando della guardia di finanza. Le guardie giurate operano soprattutto nell’appalto che la società ha ottenuto nei siti locali del gruppo Eni. Riferiscono però di servizi massacranti, anche fino a sedici ore al giorno, di continue chiamate per ritornare sul posto di lavoro e di turni che non tengono in considerazione la necessità di riposo di tutti i dipendenti. Nel periodo estivo, in base a quello che viene indicato anche in querela, gli operatori sono costretti a muoversi in siti privi di ombreggiamento o dove le coperture sono state collocate solo di recente e in minima parte. “Non si può vivere questa situazione e rimanere con le mani in tasca. Le lamentele da parte dei lavoratori sono tante. Sono stremati – dice Balsamo – c’è chi agisce per la salvaguardia dei propri diritti e c’è chi si guarda questo scempio da lontano non adempiendo al proprio compito di salvaguardia dei diritti e della sicurezza e salute dei lavoratori. Queste guardie giurate sono costrette ad effettuare turni di dodici ore e oltre, nelle aree pozzi con copertura ombreggiante inadeguata o installata solo da qualche giorno. Si effettuano turni massacranti e non regolari, arrivando fino ad una giornata di lavoro di sedici ore. Ci sono variazioni continue dei turni di lavoro e chiamate ripetute da parte dell’azienda, a tutte le ore del giorno, per ritornare al lavoro, anche durante le giornate di riposo per coprire turni di servizio. Si destabilizza la serenità familiare del dipendente”. La politica aziendale determina inoltre, in base a quello che viene indicato dai lavoratori e dal loro legale, costanti spostamenti da un’unità aziendale ad un’altra. Anche le ferie diventano un rebus costante. “Si vive di sola insicurezza”, ribadiscono le guardie giurate e il legale che li rappresenta. Gli incontri istituzionali e i tavoli di raffreddamento, previsti dalla normativa, non sono mancati ma ad oggi non ci sono stati sviluppi. Qualche dipendente è stato costretto alle cure ospedaliere proprio per lo stress accumulato nel corso delle attività. Capita spesso, viene riferito, che manchi il cambio turno. Per l’avvocato Balsamo, ci sono tutti gli estremi di “condotte antisindacali e la società è già stata condannata per casi analoghi dal tribunale di Siracusa”.
L’appello viene rivolto anche all’amministratore giudiziario che segue le sorti dell’azienda. Si chiede un cambio netto di rotta. La querela presentata potrebbe far partire approfondimenti investigativi. “Vengano irrogate le giuste punizioni di legge a chi eventualmente ha agito violando la normativa”, dicono i lavoratori.