Tumori e malformazioni, in città lista nera di bambini e giovani malati: “Colpito il sistema nervoso”

 
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Gela. Un bollettino quotidiano di malati, troppo spesso trasformato in requiem del lutto. In città, si continua a morire per gravi patologie e i dati sono ancora allarmanti. Un linea nera che gli esperti dell’Istituto superiore di sanità hanno nuovamente tracciato nel quinto aggiornamento dello studio “Sentieri”, che monitora tutte le aree a rischio della penisola, soprattutto quelle dove sono presenti siti industriali. Una molteplicità di dati, dietro ai quali si muovono vite al limite, schiacciate dalla malattia. Patologie che non risparmiano nessuno, ma diventano ancora più letali quando intaccano bambini e giovani che non arrivano neanche a trent’anni. A loro, gli studiosi dell’Iss dedicano una sezione a parte, tra le migliaia di pagine del rapporto, da poco pubblicato. “In questo sito si sono registrati 51 casi di tumori maligni nel complesso delle età considerate (0-29 anni), dei quali 15 in età pediatrica e uno nel primo anno di vita – si legge – il profilo di incidenza neoplastica in età pediatrica mostra un eccesso di tumori embrionali diagnosticati in bambini di 1-4 anni, con una incidenza 3 volte superiore all’atteso. Tra i giovani adulti (20-29 anni) si evidenzia un eccesso di rischio per i tumori maligni e non maligni del sistema nervoso centrale, dei tumori delle cellu-le germinali, trofoblastici e gonadici e dei tumori embrionali, e un difetto per i tumori del sistema linfoemopoietico. Tale qua-dro è esattamente riscontrabile anche nell’intero intervallo delle età consideraste (0-29 anni)”. La malattia si mangia giovani vite e ne porta tanti al ricovero, nella speranza di superare la linea di confine. “Il numero di ricoverati per tutte le cause naturali risulta superiore all’atteso in tutte le età analizzate compreso il primo anno di vita – scrivono ancora gli studiosi – sottogruppo nel quale ciò è associato a un eccesso per condizioni morbose di origine perinatale. In età pediatrica si osservano eccessi di ricoverati per tutti i tumori e in particolare per i tumori del sistema nervoso centrale. In età giovanile sono in eccesso i ricoverati per i tumori del sistema nervoso centrale e in difetto le neoplasie del sistema linfo-emopoietico. I ricoverati per malattie respiratorie acute sono in eccesso in tutte le età analizzate; l’asma è in eccesso in età pediatrica e in difetto tra i giovani adulti”. Il sistema nervoso è tra i più esposti all’aggressione ma non cessano le malformazioni, che rimangono al centro delle ricerche. “Nel sito di Gela i nati residenti nel periodo 2010-2015 sono stati 4.606 – scrivono i ricercatori – e sono stati osservati complessivamente 200 casi con mal-formazione congenita (MC), con una prevalenza pari a 434,2 per 10.000 nati. I casi totali di MC risultano superiori al numero di casi attesi definito su base regionale. Si osservano eccessi di MC della parete addominale, dei genitali, dell’apparato urinario e degli arti. Si osserva una prevalenza più bassa di quella attesa per le MC cardiache”. Le percentuali fuori norma non sono di certo concluse. Nel rapporto, viene illustrato chiaramente.

“I tumori dello stomaco sono in eccesso in entrambi i generi in tutti gli esiti indagati, con l’eccezione dell’incidenza tumorale nelle donne – si legge – i tumori del colon retto risultano in eccesso in tutti gli esiti indagati in particolare nelle donne; i tumori del polmone sono in eccesso in entrambi i generi sia nella mortalità che nell’incidenza tumorale, con un segnale in controtendenza di difetto per i ricoveri; il rischio per l’asma è, invece, sostanzialmente in linea con l’atteso mentre sono in difetto i ricoverati per asma tra le donne”. Malattie e presenza di sostanze altamente pericolose sono un binomio terribile che nel rapporto emerge con precise conclusioni. “Per quanto riguarda la presenza di inquinanti nel territorio del sito, un rapporto tecnico pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2016 ha riassunto i dati disponibili in riferimento soprattutto al periodo 2001-2007 e riguardanti le diverse matrici ambientali – spiegano – il rapporto ha evidenziato la presenza di diversi inquinanti di origine industriale in tutte le matrici ambientali. Il quadro generale è di una diffusa contaminazione, variabile nella composizione dei contaminanti e nei loro livelli. In molti casi si tratta di contaminazioni di miscele di inquinanti, di natura inorganica ed organica. Per diversi inquinanti le concentrazioni massime rilevate sono superiori ai limiti di legge, alcune volte di diversi ordini di grandezza (in particola-re all’interno dell’area perimetrata del sito). Gli inquinanti principali rinvenuti in più matrici ambientali sono: arsenico, mercurio, nichel, rame, benzene, cloruro di vinile, 1,2 dicloroetano, xileni. La presenza di tali contaminanti nell’ambiente rappresenta un pe-ricolo che si può manifestare in rischio a fronte di esposizioni per la popolazione”. Sono le matrici principali ad essere pesantemente intaccate. “È possibile ipotizzare scenari di esposizione sia diretta sia indiretta per la popolazione, attraverso la via inalatoria e attraverso quella per in-gestione, in particolare di acqua potabile, oppure attraverso l’utilizzo di acqua di falda contaminata utilizzata a uso irriguo. Non si può escludere che parte della popolazione abbia consumato acqua attraverso, per esempio, lo scavo di pozzi privati, anche abusivi. I superamenti maggiori dei limiti normativi per l’acqua di falda sono risulta-ti a carico dell’arsenico, del benzene, dell’1,2 dicloroetano, del cloruro di vinile e del mercurio. L’inquinamento del-la falda potrebbe aver determinato a sua volta una contaminazione dell’area marino-costiera antistante, con conseguente rischio per la catena alimentare (pescato).Per quanto riguarda la qualità dell’aria quale indicatore di una potenziale esposizione per via inalatoria dei contaminanti emessi dalle industrie, i dati forniti dall’Arpa Sicilia, anche se frammentari, hanno riportato superamenti dei limiti della normativa vigente (D.Lgs 155/2010) nell’aria ambiente delle concentrazioni di alcuni inquinanti come il benzene e il PM10. Inoltre, la conoscenza prodotta da alcuni studi di biomonitoraggio ambientale con aghi di pino condotti sia dall’Università di Palermo (2005) sia dall’ISS (2008-2009) hanno messo in luce una contaminazione da metalli pesanti (As, Cd, Cr, Cu, Hg, Ni, Pb) potenzialmente riconducibili alle emissioni industriali”. Venerdì scorso, dopo il giuramento, il sindaco Lucio Greco ha parlato di “un’industrializzazione fallita che non ha generato sviluppo ma che ha lasciato sul campo molte macerie”, premendo sul fatto che la città vada risarcita “senza se e senza ma”. Per ora, conta malati e morti.

3 Commenti

  1. Forse sarebbe il momento che chi di dovere prenda questi numeri veramente sul serio e inizi a recuperare il tempo perso prendendo seriamente la situazione in mano nom continuando a fare finta che siano solo e soltanto coincidenze .
    Anche chi e chiamato a giudicare dovrebbe rivedere le decisioni prese fino ad ora

  2. L’Eni è il male di tutto, poi il resto nn si considera, compreso le migliaia di migliaia di cisterne di amianto sparite dai tetti della città e disseminate nelle migliaia di discariche abusive.
    Non considerando il resto dei controlli su ciò che mangiamo.
    Ognuno di noi tragga le proprie considerazioni e conclusioni.

  3. Questa città si sta spegnendo da sola nessuno fa niente giovani che se ne stanno andando così presto questo mostro sta mietendo molte vittime e tutto ingiusto a Gela non si morirà più per vecchiaia
    Svegliamoci!!!

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