Gela. A distanza di dieci mesi Veronica Lavore, 33 anni, lascia il carcere di Enna. Lo ha deciso il tribunale del Riesame, che ha accolto il ricorso dell’avvocato Curcuraci. La donna era stata raggiunta da due ordinanze di custodia cautelare eseguite dai carabinieri per gravi episodi di millantato credito e truffa aggravata continuata.
Veronica Lavore, nei primi mesi di quest’anno, millantando conoscenze presso pubblici uffici e funzionari, con raggiri, avrebbe indotto le sue vittime a consegnare soldi, provocando danni patrimoniali, al fine di agevolare la risoluzione di pratiche amministrative o di procurare biglietti aerei a prezzi inferiori a quelli di mercato. I Carabinieri, inoltre, hanno contestato alla donna il reato di calunnia per avere presentato denuncia, presso la stazione dei militari dell’Arma, nei confronti di una delle persone che l’avevano denunciata, pur sapendola innocente.
Secondo l’inchiesta, che lo scorso febbraio l’ha portata in carcere, la donna si presentava come collaboratrice di personaggi politici (tra i quali l’onorevole Speziale) e pubblici e a coloro i quali si rivolgevano a lei, prospettava la soluzione di problematiche di vario genere e perfino posti di lavoro. Ed ancora l’ottenimento di provvedimenti giudiziari, la cancellazione di ipoteche, l’acquisto di auto e titoli di viaggio a prezzi agevolati.
Scoperte una trentina di truffe. Da una persona, si è perfino fatta consegnare la somma di 45.000 euro quale corrispettivo dei suoi interventi presso i pubblici dipendenti del Tribunale di Gela, delle Agenzie delle Entrate e della Ripartizione Urbanistica.