Gela. “Lavoriamo e viviamo in un tribunale abbandonato dagli uomini e da Dio”. E’ l’amara constatazione del presidente del tribunale, Roberto Riggio. Insediatosi lo scorso 11 agosto, Riggio ha subito dovuto fare i conti con la grave carenza di personale insieme a carichi di lavoro superiori di gran lunga a quelli di altri uffici. Il tutto in un contesto come quello gelese che è ai primi posti a livello nazionale per quanto riguarda il tasso di criminalità. “Il tribunale di Gela ingloba anche il territorio di Niscemi e la carenza di personale interessa anche gli uffici del giudice di pace. I problemi sono tanti – spiega il presidente – innanzitutto un grosso turnover derivante dal fatto che la maggior parte dei magistrati che arrivano qui sono di prima nomina e dopo 3 o 4 anni il 72% di loro chiede il trasferimento. Per quanto riguarda la carenza di personale la pianta organica prevede 12 magistrati, oltre al presidente di sezione e al presidente del tribunale. Attualmente noi ne contiamo 10 ma con un magistrato in astensione obbligatoria. Per fortuna la presidente della Corte d’Appello ha applicato il magistrato distrettuale per tamponare questa situazione. Per quanto riguarda il personale amministrativo su una pianta organica di 42 dipendenti noi ne abbiamo 32 e manca anche il dirigente, ruolo che allo stato ricopro io. Inoltre mancano quattro funzionari su cinque e l’unico che c’è è prossimo al trasferimento”. Una situazione grave quella descritta dal presidente del tribunale di Gela che, proprio per questo, ha tenuto a ringraziare chi ogni giorno si trova a fronteggiarla.
“Devo dire – ha aggiunto all’Ansa – che il personale non guarda orario e lavora il più possibile. Riusciamo, nonostante la situazione, a smaltire l’attività corrente, ma l’arretrato è un grosso problema. Miracoli non possiamo farne. Sicuramente abbiamo difficoltà a fare udienze straordinarie. Con l’arrivo di 20 addetti all’ufficio per il processo, che saranno di supporto al giudice, speriamo che la situazione possa migliorare”.