Gela. Sono passati tre anni dalla plateale protesta degli ex consiglieri comunali, che al culmine della vertenza Gela (scattata a seguito del ridimensionamento delle attività di Eni nel polo locale) si incatenarono davanti al ministero dello sviluppo economico. “Dopo tre anni, non è cambiato nulla – dice il dem Guido Siragusa che era a Roma insieme agli ex colleghi dell’assise civica – con la conclusione dei lavori della green refinery, si riaprirà lo spettro della cassa integrazione per centinaia di metalmeccanici ed elettrostrumentali. Ci sono gravissime responsabilità della politica e del sindacato. Adesso, invece, si parla solo di nomi e posizionamenti. Stiamo assistendo ad una confusione di ruoli mai vista prima”. Per il dem, che in consiglio comunale più volte ha messo in dubbio le stesse scelte assunte dall’allora giunta Fasulo rispetto al protocollo d’intesa di cinque anni fa, anche la questione dei trentadue milioni delle compensazioni Eni sarebbe stata travisata. “I trentadue milioni di euro sono uno specchietto per le allodole – continua – bisogna invece discutere dei progetti di sviluppo. Che prospettive stiamo dando alla manodopera qualificata che abbiamo in città? Cosa faranno metalmeccanici ed elettrostrumentali senza commesse di lavoro? Da anni propongo di avviare un dibattito serio sulla realizzazione dello yard, ma si preferisce parlare di altro. Abbiamo una zona industriale che manca di collegamenti stradali con le principali arterie. Pensiamo veramente che la soluzione debba arrivare ancora da Eni, con la politica ridotta ad un ruolo parassitario?”.
Un monito che l’ex consigliere comunale lancia anche al suo stesso partito, in questi mesi impegnato quasi esclusivamente sull’individuazione dei nomi per la lista da schierare alle amministrative di fine aprile. “Ora, si attende l’avvio dei lavori per la base a terra destinata al gas – conclude – ma siamo sicuri che il governo grillino-leghista consentirà i lavori? Perché il ministro Di Maio non ha ancora convocato alcuna riunione sull’attuazione del protocollo d’intesa per Gela? Probabilmente, ritiene che la questione sia ormai chiusa”. L’ex consigliere dem lancia la sfida politica anche ai diretti rivali grillini e leghisti, mentre i programmi latitano.