Gela. Venne colpito da diversi tubolari che si staccarono da un ponteggio allestito tra i cantieri dell’isola 12 della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. L’incidente all’isola 12. Adesso, un operaio della Smim, azienda per decenni impegnata nell’indotto Eni, ha ottenuto il via libera alla sua costituzione di parte civile nel dibattimento che si sta celebrando nei confronti di sei imputati, compresa la stessa Smim. A giudizio, sono finiti Giancarlo Barbieri, Giorgio Satorini, Massimo Bonelli, Filippo Pepe e Massimo Casisi, oltre appunto alla Smim. Si tratta di manager e tecnici del gruppo. E’ stata il giudice Tiziana Landoni a dire sì alla costituzione di parte civile avanzata dall’avvocato Paolo Testa per conto dell’operaio rimasto ferito. Dai referti medici, emerse la frattura della mandibola oltre a diverse ferite causate dai tubolari. Gli operai della Smim erano impegnati nell’area dell’impianto di alchilazione che necessitava della sostituzione di una delle linee. Probabilmente, a causa del contatto tra alcuni tubi sollevati da un braccio meccanico e il ponteggio allestito, si verificò il distacco dei tubolari che colpirono il lavoratore, successivamente trasferito in ospedale. Agli imputati viene contestata anche la mancata adozione delle necessarie misure di prevenzione. I primi testi verranno sentiti all’udienza del prossimo 16 maggio. Intanto, il giudice Landoni ha detto sì alle richieste istruttorie formulate dal pm Lara Seccacini e dai legali di difesa, gli avvocati Flavio Sinatra, Raffaela Nastasi e Gualtiero Cataldo.