Gela. A sette anni di distanza da quanto accaduto nell’abitazione di Settefarine, dove era ospite dei familiari del padre, Naomi Celona (che al momento del gravissimo incidente aveva appena quattro anni) è totalmente invalida e tetraplegica. L’ha raccontato in aula la madre nel corso del dibattimento aperto nei confronti della sorella del padre della piccola, accusata di lesioni gravissime. Giuseppa Celona era in casa, insieme a Naomi e alla sorella, quando la bambina venne travolta da un pesante televisore. Venne trasferita d’urgenza in ospedale e poi in un centro specializzato di Palermo. Le conseguenze neurologiche furono devastanti o oggi la madre l’assiste costantemente. “Ero uscita e avevo lasciato le bambine al padre – ha detto ricordando quel giorno – poi, venni contatta e mi dissero di recarmi al pronto soccorso. La sorella del mio ex compagno continuava a ripetere “è stato un attimo”. I pm della procura ritengono che l’imputata, difesa dall’avvocato Salvo Macrì, non abbia vigilato a dovere sulla bambina, poi rimasta ferita. Nel ricordare quanto accaduto e le successive conseguenze, la madre di Naomi non ha nascosto di ritenere che la figlia abbia subito una “gravissima negligenza”. In aula, davanti al giudice Antonio Fiorenza, ha deposto la sorella della piccola, presente al momento dell’incidente. “Ricordo di averle detto di non stare troppo vicina al televisore – ha spiegato – quando è stata colpita, però, ero con le spalle girate e stavo giocando con la sorella di mio padre. Ricordo di aver poi visto Naomi con il sangue. Non mi pare che facesse Sali e scendi dal mobile”. Sia il difensore sia il legale di parte civile (l’avvocato Carmelo Tuccio), che assiste la madre nell’interesse della bambina, si sono soffermati sulla ricostruzione di diversi particolari di quei minuti. I testimoni hanno risposto alle domande del pm Gesualda Perspicace.
Per la difesa ci sarebbero difformità nella ricostruzione resa dai testimoni diretti. In aula, ha deposto un poliziotto della scientifica intervenuto all’interno dell’abitazione subito dopo l’incidente. “C’erano macchie sul pavimento, probabilmente di sangue – ha detto – e anche sul televisore e sul mobile che lo sosteneva. Non disposi il sequestro perché in quel momento non c’erano elementi che potessero giustificarlo”. Il difensore ha fatto riferimento alla presenza sul mobile del televisore di un apparecchio elettronico, probabilmente un videogioco. Lo stesso che la piccola e la sorella stavano usando anche quel giorno. Si cercheranno di valutare tutti gli aspetti di una vicenda che ha segnato a vita la piccola e l’intera famiglia.