Gela. Tratteneva una parte dello stipendio dovuto ad uno dei suoi dipendenti senza però destinarla a quanto previsto in una sentenza pronunciata dai giudici. L’imprenditore finito a processo. Un ammanco totale da circa trentamila euro che è costato la condanna a quattro mesi di reclusione, con pena sospesa, all’imprenditore Luca C. L’imputato, già titolare insieme ad altri soci di una delle aziende impegnate in passato nel servizio di raccolta rifiuti in città, doveva rispondere di appropriazione indebita. A denunciare tutto fu una donna alla quale il dipendente dell’imprenditore avrebbe dovuto mensilmente versare una somma a titolo di risarcimento danni, stabilito a conclusione di un procedimento penale. Le somme, però, non sono mai arrivate tra le mani della stessa donna che, per questa ragione, si è costituita parte civile. Fino ad oggi, non ha mai ricevuto i soldi dovuti. In base alle accuse mosse dai magistrati della procura, doveva essere l’imprenditore a trattenere le somme dallo stipendio mensile del suo dipendente e a girarle sui conti della donna. In realtà, almeno stando alle accuse, tutto ciò non si sarebbe mai verificato. I soldi sarebbero rimasti nelle casse dell’azienda. Il verdetto di condanna, con il quale è stata riconosciuta in favore della donna una provvisionale proprio da trentamila euro, è stata pronunciata dal giudice Marica Marino mentre il pubblico ministero Tiziana Di Pietro ha chiesto la condanna dell’imprenditore ad un anno di reclusione.