Tra stucchi, restauri e storie incredibili, il gioiello ottocentesco nel cuore di Caltanisetta
Teatro Regina Margherita di Caltanissetta: scopri il “piccolo Massimo” e i suoi segreti!
Nel pieno centro di Caltanissetta, affacciato su Corso Vittorio Emanuele II, il Teatro Regina Margherita svetta come un gioiello ottocentesco: costruito dal 1873 e inaugurato il 16 marzo 1875 con il Macbeth di Verdi, fu subito battezzato dalla stampa «il piccolo Massimo», omaggio al “fratello maggiore” di Palermo. Capace di oltre 450 posti e impreziosito da stucchi neobarocchi, il teatro è oggi al centro dei festeggiamenti per i 150 anni dalla sua prima alzata di sipario, ma dietro i velluti e i palchetti custodisce aneddoti poco noti che lo rendono irresistibile
Nascita di un tempio borghese: ambizioni, cantieri e un’opera “politica”
A metà Ottocento la borghesia nissena, arricchita dallo zolfo, voleva un teatro “all’altezza delle capitali”. L’ingegnere Alfonso Barbera ricevette l’incarico e, nonostante fondi ballerini, completò la struttura nel 1873; ma mancava il colpo di scena inaugurale. Il prefetto Fortuzzi, deciso a mostrare il volto “colto” della neonata provincia, impose il Macbeth (opera in quegli anni censurata a Napoli) e addirittura una seconda serata con Il Birraio di Preston del rossiniano Federico Ricci, esigendo che i notabili comprassero ogni ordine di posto: un debutto a colpi di autorità e poltrone esaurite — tutto documentato dai giornali dell’epoca.
Tra stucchi, restauri e “piccolo Massimo” che non volle morire
L’interno, a ferro di cavallo, presenta quattro ordini di palchi incorniciati da cariatidi dorate, un affresco di Salvatore Frangiamore sul soffitto (Aletheia che svela la Verità) e un palcoscenico di 12 metri che ospitò tragedia classica, rivista futurista, avanspettacolo e persino i jazzisti americani sbarcati nel 1943. Chiuso per degrado nel 1963, riaprì solo nel 1995 dopo un restauro filologico che restituì la tavolozza originale ocra-rosso pompeiano; oggi è fulcro di Vie dei Tesori, festival lirico e rassegne giovanili, confermandosi “cuore pulsante” dell’entroterra siciliano.
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