Palermo. “Dove sono i dipendenti del distretto industriale ‘vittime’ della cassa integrazione? Ieri è iniziata l’operazione di stand by per i primi 40 dei 400 dipendenti della raffineria ma sembra che il movimento di opinione che si era sviluppato nei primi giorni dopo la diffusione dell’annuncio sulla fermata delle due linee di produzione si sia chetato misteriosamente.
Cosa c’è dietro questo strano silenzio?” Pone interrogativi inquietanti il deputato del Pdl all’Assemblea regionale siciliana, Raimondo Torregrossa, sulla questione Eni caduta nel dimenticatoio dopo solo qualche settimana di protesta. “Nel corso delle manifestazioni contro la raffineria – riprende Torregrossa – neppure uno dei 400 lavoratori posto in cassa integrazione si è presentato per mostrare la sua indignazione; nessuno si è rivolto ai mass – media o alla deputazione per raccontare la sua storia lavorativa e le perplessità sul suo futuro. Sembra quasi che i lavoratori siano stati convinti, uno ad uno, da ‘qualcuno’ ad accettare questo compromesso ‘vantaggioso’ con la promessa di un ritorno sicuro sul posto di lavoro nonostante la situazione di incertezza sostenuta da Scaroni. Del resto la prospettiva di percepire il 100 per cento del salario sicuramente ha convinto i lavoratori a mandare giù il rospo. E dove sono i sindacati che, prima hanno firmato l’accordo e poi si sono presentati puntuali alle manifestazioni di protesta con un atteggiamento antitetico preoccupante? Il mantenimento dello stabilimento petrolchimico nella sua interezza così come il lavoro dei cittadini di Gela sta a cuore al Pdl nisseno in considerazione del fatto che l’economia della città più popolosa della provincia, rappresenta una parte fondamentale dell’economia della provincia. Per questo il nostro Partito sollecita le istituzioni locali a prendere posizione su questa anomala situazione che ha tutti i numeri per essere sospetta e si mette a disposizione per un’azione comune”.
