Gela. Togliere dalle mani dei privati la torre di Manfria e realizzare il primo progetto di valorizzazione di una economia legata ai beni culturali, sviluppando un centro di attrazione internazionale con la supervisione del Parco Archeologico e la tutela della Regione, sovrintendenza ai Beni Culturali. Anche Francesco Franchi, presidente della bioraffineria del colosso energetico, nel condividere il progetto di acquisto e restauro della torre, prevede “un eventuale coinvolgimento di Eni – spiega – Mi spenderò per condividere questo bellissimo progetto verificando se rientra nelle nostre procedure”. Di sicuro “tutti gli imprenditori che contribuiranno all’acquisto avranno adeguata visibilità” – assicura il sindaco Lucio Greco, che rilancia la sua convinzione di acquisire tra i beni del Comune, la torre di Manfria. La recente iniziativa del primo cittadino ha trovato conferma in una conferenza on-line capace di richiamare l’attenzione degli attori principali del territorio. Il direttore del Parco archeologico, Luigi Maria Gattuso, sembra pronto ad aggiungere anche la torre di Manfria tra i 26 siti culturali, 450 ettari di terreno, 21 aree archeologiche e 5 musei da gestire, parlando di “ruolo di promozione che fa da apripista anche nei confronti dei privati” come gli imprenditori locali, Giovanni Salsetta, Salvatore Gatto e Maurizio Melfa (già collaboratore del sindaco) che si sono detti pronti a contribuire economicamente all’acquisto.
Ha pesato solo l’assenza dei tre eredi, i fratelli Iacona (forse non invitati), unici a potere confermare la volontà di vendere il sito, simbolo della frazione balneare di Manfria. Tra le certezze resta, come precisato da Daniela Vullo, soprintendente ai Beni culturali di Caltanissetta, “la volontà della Regione di non acquistare la torre di Manfria e, quindi, di esercitare il diritto di prelazione”.
Secondo il sindaco Lucio Greco “Il costo si dovrebbe aggirare intorno alle 200 mila euro – ha riferito – Poi ci sarà tutto il resto per garantire la ristrutturazione e la promozione dell’opera”. Non la pensa allo stesso modo l’imprenditore Michele Greca che, dopo avere contribuito all’iniziativa popolare del sindaco rinunciando anche alla caparra, in un post precisa: “il prezzo contrattato per il preliminare della torre non è di 200 mila euro. Non so da quale fonte sia scaturita questa informazione. Chiederei ai proprietari attuali – suggerisce Greca – se il bene è ancora in vendita e a quale prezzo intendono cederlo. Senza la verifica di queste due premesse tutta l’attività è inutile”. La petizione, intanto va avanti, ed in attesa di nuovi epiloghi il sindaco Greco parla di “collaborazione estesa anche all’associazione per il sud. Sono convinto – conclude il primo cittadino – che con l’aiuto di tutti andremo avanti con la consapevolezza di fare un gioco di squadra con classe dirigente, istituzioni, ordini professionali, per cambiare il passo. L’acquisto della torre di Manfria rappresenterà un primo momento importante di questo cambiamento assieme a tutte le iniziative che stiamo portando avanti in silenzio”.