Tolleranza zero: multe, arresti e telecamere contro chi getta rifiuti dal finestrino
Nuovo decreto, multe fino a 18mila euro e arresti per chi getta rifiuti dall’auto. A Gela potenziate le fototrappole.
Gela. Dallo scorso sabato, 9 agosto, lanciare un mozzicone o un sacchetto dal finestrino può significare vedersi recapitare a casa una multa salatissima o addirittura finire sotto processo.
È il nuovo volto della “tolleranza zero” introdotta dal decreto legge 116, che non solo inasprisce le sanzioni ma consente di usare come prova le immagini registrate da qualsiasi videocamera — pubblica o privata — anche giorni dopo il fatto.
Fino a ieri, per punire chi gettava rifiuti dal veicolo era necessario l’intervento immediato della polizia con fermo del mezzo. Adesso basta un fotogramma nitido della targa: il sistema incrocia i dati della Motorizzazione, identifica il proprietario e la sanzione arriva direttamente a casa.
Un cambiamento radicale, pensato per colpire non solo i cittadini incivili ma anche le aziende che usano i propri mezzi per scaricare rifiuti illegalmente.
Un giro di vite importante secondo l’assessore all’Ambiente Giuseppe Fava, in una città dove, dice, «il lancio del sacchettino è purtroppo uno sport fin troppo diffuso, ma adesso vogliamo mettere la parola fine a questa inciviltà».
«Queste nuove norme - continua l’assessore - ci permettono di intervenire anche quando l’autore del gesto non viene colto sul fatto. Finalmente potremo usare le telecamere già installate in città come vere e proprie sentinelle ambientali».
Il decreto distingue tra rifiuti non pericolosi e pericolosi. Per mozziconi e fazzoletti si può arrivare a 1.188 euro di sanzione. Per bottiglie, lattine o sacchetti, la multa sale da 1.500 a 18.000 euro, con segnalazione immediata alla Procura.
Se il lancio avviene in aree sensibili come fiumi, zone protette o comporta pericolo per persone e ambiente, scatta l’arresto: da sei mesi a cinque anni e mezzo, fino a sette nei casi più gravi.
La legge introduce anche l’arresto differito: le forze dell’ordine possono fermare il colpevole entro 48 ore dall’accertamento, basandosi solo sulle immagini video. Un deterrente che si aggiunge alla sospensione della patente fino a sei mesi e alla confisca del veicolo.
E c’è di più: se il reato è commesso da un dipendente a bordo di un mezzo aziendale, la responsabilità penale ricade anche sul titolare per omessa vigilanza, con pene fino a cinque anni di reclusione.
A Gela intanto, il Comune annuncia un potenziamento delle fototrappole, che già negli scorsi mesi hanno prodotto centinaia di sanzioni.
«Abbiamo già in programma – spiega Fava - di raddoppiare le postazioni e installare le telecamere anche nei punti più isolati. Chi pensa di non essere visto, adesso si sbaglia».
Un giro di vite importante: chi sporca paga — e ora le telecamere non lasciano più scampo.
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