Gela. La rivendicazione non cambia, serve un decreto solo per Gela e per le aree limitrofe. Il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice torna a chiederlo, dopo la pubblicazione dei dati che relegano la provincia di Caltanissetta all’ultimo posto, in termini di qualità della vita. Dati sempre più allarmanti, trainati dalla crisi che piega la città. “Insieme ai cittadini, stremati da condizioni sempre più degradate e insopportabili, lo abbiamo gridato a tutto il mondo istituzionale. “Fate polemica” hanno detto, con la solita spocchia di chi preferisce insabbiare la verità, tutti coloro che stanno dentro le Istituzioni politiche da decenni e nulla, ma proprio nulla, hanno fatto per i ventidue Comuni della provincia nissena – dice Giudice – e questo crudo risultato lo certifica. Ma noi, che qui viviamo, lo subiamo ogni giorno sulla nostra pelle e, cari signori, credo che siamo più che legittimati a fare polemica, innovativa e intelligente, a non stare più in silenzio perché bisogna invertire la rotta e di certo non possiamo farlo con coloro che hanno lasciato soli i sindaci, i consiglieri comunali, gli artigiani, i commercianti e tutte le forze sociali perché la solitudine sociale fa male al presente più che al passato e finisce per macchiare il futuro. La rivendicazione della Cgil aveva ed ha questo senso, una ribellione forte e gentile perché se noi abbiamo subito angherie e schiaffi dallo Stato politico centrale non dobbiamo ricambiare con la stessa moneta e neppure dobbiamo porgere l’altra guancia, dobbiamo farci sentire, dobbiamo far sapere agli italiani che oggi da giornali e tg nazionali apprendono che siamo gli ultimi, che noi non ci stiamo più ad esserlo”.
Per Giudice, la vertenza è solo all’inizio e bisogna mirare ad un provvedimento speciale, che veramente affianchi Gela ad altre situazioni di emergenza nazionale, come Taranto.