“Terreno invaso dagli idrocarburi”, i proprietari denunciano: sequestrato

 
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Gela. Un terreno, in contrada Brucazzi nel cuore dell’ex Area di sviluppo industriale, intriso
d’idrocarburi. A denunciarlo sono i proprietari che, questa mattina, stavano per avviare gli scavi destinati alla realizzazione di una piccola strada di passaggio.

“Non appena l’escavatore ha iniziato a rimuovere i primi strati di terreno – spiegano i fratelli Ferracane – ci siamo imbattuti in un tanfo di benzina fortissimo e in liquidi scuri. Per questa ragione, abbiamo deciso di bloccare ogni lavoro e di far arrivare i carabinieri”. Una pattuglia è giunta sul posto per accertare lo stato dei fatti.
Il terreno confina con uno dei tanti pozzi estrattivi gestiti da Enimed. “Già in passato – spiega l’avvocato Dionisio Nastasi che assiste la famiglia Ferracane – abbiamo effettuato sondaggi tecnici che ci hanno consentito, con tanto di certificazione, di appurare che il terreno è comunque infiltrato da idrocarburi. Ovviamente, non è possibile coltivarlo come capita per la gran parte delle aree limitrofe. Eni, spesso, conclude contratti d’affitto con i proprietari dei terreni. L’obiettivo è d’indennizzarli davanti ad eventuali fuoriuscite d’idrocarburi o possibili guasti tecnici. E’ chiaro, però, che così non può certamente funzionare. Sarebbe necessaria una vastissima attività di bonifica”. L’area al centro del ritrovamento è l’ultima porzione di una proprietà ben più ampia, per la gran parte già ceduta nei decenni scorsi al gruppo Eni che ha installato un campo di pompaggio degli idrocarburi.  Dopo l’intervento dei carabinieri del reparto territoriale, l’area è stata sottoposta a sequestro.

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