Gela. Tentò di uccidere con almeno dieci coltellate la moglie, la quarantaduenne Angela Biundo. Arriva la conferma della condanna. Per l’operaio agrigentino cinquantaduenne Sandro Signorelli arriva la conferma della condanna. Nove anni e quattro mesi di reclusione, ribaditi dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. Angela Biundo, costituitasi parte civile nel dibattimento con l’avvocato Giovanna Cassarà, venne trovata in una pozza di sangue all’interno di uno stabile di via Trinacria, nella zona di Marchitello. Lì, risiedeva insieme all’ex marito Sandro Signorelli. La condanna per l’operaio originario della provincia di Agrigento era arrivata, praticamente un anno fa, già in primo grado. Era stata il gup Chiara Raffiotta, a conclusione del giudizio abbreviato scelto dai legali di difesa, a dichiarare la condanna del cinquantaduenne. Gli vennero imposti l’obbligo del risarcimento dei danni e la revoca della potestà genitoriale nei confronti delle due figlie nate dalla loro relazione.
“Clima di terrore tra le mura domestiche”. Sia in primo che in secondo grado, la difesa dell’uomo ha cercato di ottenere una riqualificazione del fatto, da tentato omicidio a lesioni gravissime. Neanche i giudici d’appello nisseni, però, hanno accolto la linea difensiva. In base alla ricostruzione condotta dagli investigatori, Signorelli, dopo aver accoltellato l’ex moglie, si diede alla fuga. Si costituì a Licata. L’avvocato Giovanna Cassarà, nelle sue conclusioni, ha descritto il clima di terrore che sarebbe stato instaurato dall’operaio e le continue violenze subite dalla sua assistita.