Gela. Sarebbe il quarantenne Gianfranco Turco l’autore del tentativo di furto andato in scena, nel novembre di cinque anni fa, all’interno della parrocchia di Sant’Antonio, nel quartiere di Caposoprano.
Così, nei suoi confronti è stato disposto il giudizio immediato. Il prossimo 18 dicembre dovrà presentarsi davanti ai giudici del tribunale per rispondere alle accuse.
Stando ai magistrati della procura, la responsabilità di Turco, con diversi precedenti penali alle spalle per fatti dello stesso tipo, sarebbe confermata dalle impronte digitali rilevate dagli agenti di polizia della scientifica proprio all’interno della chiesa.
Turco è difeso dall’avvocato Salvo Macrì. Il legale, già in fase d’indagine, ha contestato la ricostruzione dei magistrati e, soprattutto, l’attendibilità degli elementi emersi sul luogo del tentato furto. In sostanza, non ci sarebbero prove effettive del suo coinvolgimento.
Il provvedimento di custodia cautelare nei confronti di Turco venne emesso lo scorso maggio: a distanza, appunto, di cinque anni dall’incursione.
Diversi furono i danni riscontrati tra le stanze del luogo di culto di Caposoprano. Alla fine, però, il ladro uscì praticamente con le mani vuote. Stando agli agenti di polizia intervenuti, chi colpì lo fece forzando la porta d’ingresso della chiesa e rompendo i vetri dei lucernari. Davanti alle contestazioni mosse dai magistrati della procura, non è da escludere che l’avvocato Macrì possa anche optare per un rito alternativo che consentirebbe a Turco, attualmente ristretto in carcere, di ricevere un eventuale sconto di pena. La decisione, prò, arriverà solo prima dell’apertura del dibattimento.