Gela. Si sono difesi, sostenendo di aver solo risposto ad una presunta aggressione a colpi di coltello. Simone Rinella, accusato insieme al padre Giuseppe Rinella, del tentato omicidio di un rivale, ha anche mostrato le ferite da taglio riportate alle braccia. Sarebbe stato colpito dalla lama usata dal giovane, che poi avrebbe però riportato le conseguenze più pesanti. Padre e figlio, secondo i pm della procura, l’avrebbero colpito con un martello da fabbro, provocandogli delle fratture al cranio. Fu la vittima a mettere i carabinieri sulle tracce dei Rinella. Gli imputati, difesi dagli avvocati Ivan Bellanti e Giovanna Zappulla, hanno voluto essere sentiti dal gup del tribunale, davanti al quale devono rispondere alle pesanti accuse. I difensori, inoltre, dopo aver optato per il giudizio abbreviato, porteranno in aula anche un consulente, che si è occupato di valutare il tipo di ferite riportate dalla vittima, che poi segnalò quanto accadutogli. Secondo gli investigatori, sarebbe stato trascinato in un vicolo, nei pressi del centro storico, e ripetutamente colpito, probabilmente a causa di diatribe sentimentali.
A fare da palo, avrebbero provveduto Roberto Asmetto e Salvatore Vella, difesi dall’avvocato Giuseppe Smecca. Il prossimo marzo, il gup potrebbe emettere le decisioni. Asmetto e Vella non hanno scelto il rito abbreviato. Il ferito è parte civile nel procedimento.