Gela. Il periodo di messa alla prova concessole non ha convinto i pm della procura minorile di Caltanissetta e anche il giudice, alla fine, ha deciso che la giovane, accusata del tentato omicidio di una compagna di corso, dovrà risponderne, in abbreviato. E’ fissato per settembre il procedimento, scaturito da quanto accadde nel dicembre di tre anni fa. Una diciassettenne accoltellò la compagna, che frequentava un istituto di formazione professionale, nel cuore del centro storico. La vittima riportò profonde ferite e fu necessario un delicato intervento chirurgico. La minore accusata dell’aggressione e delle coltellate, secondo gli inquirenti avrebbe agito, portando con sé una lama, per dissidi personali che pare fossero insorti. La difesa ottenne la revoca della detenzione nel carcere minorile e il giudice accolse la richiesta di messa alla prova, con l’avvio di un recupero della ragazza, attraverso lo studio e attività da svolgere in comunità. A due anni di distanza, l’esito non ha convinto e dopo la revoca la ragazza risponderà alle accuse davanti al gup del tribunale minorile nisseno. Per gli inquirenti, anche se la difesa ha sempre messo in discussione questa eventualità, avrebbe agito per uccidere. Per questa ragione, è stato contestato il tentato omicidio.
I fatti, in parte, vennero ricostruiti non solo attraverso le testimonianze, ma anche con le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona dell’aggressione. La giovane imputata è stata assistita dagli avvocati Francesco Enia e Giusy Ialazzo. La famiglia della ragazza ferita, invece, sta seguendo il procedimento, pur non potendosi costituire, con il legale Filippo Spina.