Gela. Quattro colpi di arma da fuoco esplosi contro il quarantunenne Antonio Fabio Argenti. Per i pm della procura nissena, il cinquantanovenne Luigi La Cognata e il quarantenne Calogero Pirrone volevano uccidere. Sono state chiuse le indagini. I fatti risalgono al giugno dello scorso anno e Argenti rimase ferito nella zona di Scavone, tra le palazzine popolari. Arrivò poi in ospedale. Pare che ci fossero dissidi personali, al punto da indurre ad agire con le armi. Sia La Cognata che Argenti hanno diversi precedenti penali. L’inchiesta è stata coordinata dai pm dell’antimafia nissena, Claudia Pasciuti e Davide Spina. Il ferimento fece partire un’indagine condotta dai carabinieri che sono poi arrivati a La Cognata e a Pirrone. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, fu La Cognata a sparare mentre Pirrone aveva bloccato Argenti. L’attività di verifica si è estesa al ferito: risulta indagato per favoreggiamento. I pm sono convinti che abbia omesso di raccontare particolari importanti di tutta la vicenda, oltre a rifiutarsi di sottoscrivere il verbale di sommarie informazioni.
La Cognata e Pirrone, accusati di tentato omicidio, furono arrestati e gli viene mossa la contestazione mafiosa. Sono difesi dal legale Angelo Cafà. Argenti è invece rappresentato dall’avvocato Rocco Cutini. Le condizioni del ferito, a seguito dei colpi di arma da fuoco, non risultarono comunque gravi. Con la chiusura delle indagini, i pm potrebbero successivamente avanzare richiesta di rinvio a giudizio.