Gela. Avrebbero preso di mira la sede di un centro Caf, a Settefarine.
L’indagine dopo la denuncia. L’obiettivo, almeno secondo le accuse, sarebbe stato portare via più refurtiva possibile, ad iniziare dai computer degli uffici. Adesso, i due giovani imputati, Enzo Bruno Manfrè e Nunzio Di Noto, hanno scelto riti alternativi. La decisione è stata formalizzata in aula, davanti al giudice Silvia Passanisi, dal loro difensore di fiducia, l’avvocato Francesco Enia. Gli investigatori avviarono le indagini sul tentativo di furto dopo la denuncia presentata dall’allora responsabile del centro Caf. I due indagati, però, non hanno mai ammesso eventuali responsabilità. In aula, per formalizzare la scelta del rito alternativo, si tornerà a febbraio.