Gela. Volevano occupare un’abitazione per cercare di avere un tetto a disposizione. Versione non accolta dal giudice Fabrizio Molinari che, invece, ha condannato i giovani Roberto Di Stefano e Nicola D’Amico.
Li ha ritenuti colpevoli di un tentativo di furto. Per il primo è stata formulata la condanna ad un anno e due mesi di reclusione; cinque mesi, invece, sono stati comminati al secondo.
Entrambi, difesi dagli avvocati Maurizio Scicolone e Nicoletta Cauchi, vennero fermati mentre s’introducevano nello stabile.
“L’unica ragione di quell’intrusione – ha spiegato in aula l’avvocato Maurizio Scicolone – si lega al bisogno di una casa. Il signor Di Stefano, padre di tre figli, compresa una piccola affetta da una grave patologia alla testa, aveva già dormito per diversi giorni nella sua automobile a causa della mancanza di un alloggio”.
Una linea seguita anche dall’altro difensore Nicoletta Cauchi che, inoltre, ha messo in luce lo stato di forte disagio psichico di Nicola D’Amico.
Il giudice, invece, ha erogato le condanne: conformandosi alle richieste arrivate dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro.