Palermo. Nel carcere palermitano “Ucciardone” tanti detenuti sarebbero riusciti ad avere la disponibilità di utenze per comunicazioni con l’esterno. I pm della procura di Palermo hanno chiuso le indagini nei confronti di trenta coinvolti, tutti ristretti nella struttura penitenziaria nel periodo degli accertamenti investigativi. C’era anche chi avrebbe effettuato centinaia di chiamate, usando proprio delle utenze cellulari. Tra gli indagati, due gelesi, il trentunenne Graziano Gaspare Romano e il quarantaduenne Emanuele Curvà. Tutte le contestazioni vengono mosse in relazione a diversi mesi dello scorso anno, quando sarebbe stata accertata la disponibilità dei telefoni.
Furono effettuate ispezioni per poi arrivare ai primi sequestri e al ritrovamento dei telefoni, usati sia da detenuti italiani sia da stranieri. L’inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore Giorgia Spiri, che a questo punto potrebbe richiedere il giudizio per tutti i coinvolti.