Gela. In un contesto politico locale dai confini certamente non così performanti, tanti pezzi devono ancora trovare una collocazione precisa. Il perimetro progressista è a caccia di un’identità precisa e stabile. Tra le prime a muoversi, invece, ormai mesi fa, le forze che si sono messe intorno al tavolo centrista. Un’esperienza che andrà avanti. Lo spiega il socialista Piero Lo Nigro. C’è anche lui, che ha un lungo trascorso anche all’assise civica, tra gli esponenti attualmente impegnati a definire le priorità programmatiche. I contatti però non sono solo interni. Lo Nigro è certo che al momento non ci sia piena autonomia né delle forze progressiste né di quelle centriste. Il tentativo sarà di rafforzare il dialogo. “Su più fronti, anche rispetto a tutte quelle realtà cattoliche e moderate – dice – soprattutto, dobbiamo fare in modo che più entità possibili si rivedano in un progetto comune, evitando che vadano verso il centrodestra. La geografia politica cittadina è importante”. Per Lo Nigro, il tavolo centrista non sarà una barriera tesa ad escludere. “Sono convinto che ci possa essere un dialogo tra le tante esperienze rappresentate in questo tavolo e le forze progressiste, coinvolgendo le anime di centro che si rivedono in questo contesto”, sottolinea. Aggregare, “attraverso idee e partecipazione”, rifacendosi alla denominazione del gruppo rappresentato da Emanuele Antonuzzo, per Lo Nigro è essenziale. “Se poi ci sono i kamikaze che vorranno candidarsi da soli, lo facciano”, precisa. L’idea dell’esponente socialista sembra quella di un polo che tocchi il centro, l’ambito civico e quello più marcatamente progressista e di centrosinistra. “Con il vicepresidente Ars Nuccio Di Paola ci sono stati contatti e interlocuzioni, non lo nego – aggiunge – il tavolo centrista non ha mai precluso nessun dialogo. Un’area vasta progressista non esclude esperienze di estrazione cattolica o più di centro. La precedenza spetta alla città e non alle ambizioni personali. Da questo punto di vista, noi socialisti abbiamo tutte le carte in regola se si parla di coerenza”.
Il tavolo attuale, probabilmente, dovrà incassare il passo indietro dei civici di “Una Buona Idea” e “Civico lab”. Avevano già espresso diverse titubanze, anche alla luce della nota informale che di fatto anticipava un accordo complessivo ancora non formalizzato. “Rispetto tutte le scelte – dice Lo Nigro – non escludo che i civici possano ritornare a ragionare con gli altri componenti del tavolo. E’ stato un volo forse accelerato. Una cosa è certa, il tavolo in questa fase discute solo di temi. Vogliamo delineare un programma che vada incontro ad una città che dovrà essere amministrata a partire da un dissesto. Pensare, oggi, a chi dovrà essere sindaco, non è una priorità. Non ci sta. Poteva avvenire cammin facendo. Capisco le legittime ambizioni che possano avere l’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano o altri, non lo so. Però avere la rivendicazione adesso non è la soluzione migliore”. Lo Nigro insiste parecchio sul “dovere morale” che deve esserci nell’individuare soluzioni da presentare alla città, a partire proprio dal programma. “La convergenza si deve trovare sui temi e nel confronto con le altre forze politiche – spiega inoltre – è inutile parlare di urbanistica se poi non ci sono i funzionari. Non si può puntare sull’agro-energia se ci sono problemi che dobbiamo risolvere da trent’anni. Anche il punto delle variazioni di bilancio va affrontato ma già il prossimo anno potrebbero non esserci più le condizioni per impegni finanziari se con il dissesto si ripartirà da zero. Pensiamo di avere esperienze e ce le ha anche Una Buona Idea”. Individua una città “che tutti dicono sia allo sfascio”. “Tutti, negli ultimi vent’anni, hanno lasciato un’eredità frantumata – conclude Lo Nigro – è una città smarrita, per colpa di chi c’è stato o di chi ci sarà ma anche per colpa di chi non ha collaborato. C’è un’ampia fetta della città che non partecipa a nulla, ai fenomeni culturali, economici, ambientali. La gente si allontana. Allora, c’è una responsabilità che viene anche dal passato? Su questo ci interroghiamo. Ci sono temi che ci consentono di convergere? Il tavolo continuerà a riunirsi con questo spirito. Ben venga una lista progressista aperta alla città e a tutto quel mondo che non ha un’identificazione forte. Per questo ho sposato l’idea”.