Gela. L’acqua che arriva nelle case, in tutta la provincia di Caltanissetta, pagata a peso d’oro. Un salasso che continua in un servizio privatizzato e affidato alla società italo-spagnola Caltaqua e al sovrambito Siciliacque. Fino ad oggi, a nulla è valso l’esito del referendum che nel 2011 sancì la natura pubblica del servizio idrico. Cinque anni fa, la commissione tecnica regionale dispose la rescissione del contratto con Caltaqua per “gravi inadempienze”. Anche in questo caso, la decisione è caduta nel nulla. L’azienda italo-spagnola è sempre alla testa del sistema privato e l’Assemblea territoriale idrica, che da alcuni anni sovraintende il ciclo idrico integrato, ha scelto di andare avanti soprattutto per assicurare gli investimenti previsti. In città, il servizio non è mai stato veramente efficiente e i distacchi sono una sorta di consuetudine. La vetustà della rete è stata solo in parte attenuata da interventi della società italo-spagnola, che ha definito un cronoprogramma di lavori e investimenti. Le tariffe, come sottolineano i rappresentanti del Forum per l’acqua e i beni comuni, della Federconsumatori Caltanissetta e del Movi nisseno, sono in costante aumento. Hanno lanciato una raccolta firme rivolgendosi a tutte le amministrazioni comunali della provincia e alle istituzioni. “E’ di 722 euro la spesa media di una famiglia tipo della nostra provincia per un consumo di 192mc di acqua in un anno”, spiegano. “La raccolta firme ha lo scopo di sottoporre all’attenzione del presidente della Regione Sicilia, del suo governo e delle relative commissioni, le problematiche inerenti al settore idrico che coinvolgono il territorio nisseno”, aggiungono. “I promotori chiedono ai cittadini della provincia di Caltanissetta di firmare questa petizione affinché il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani possa finalmente accogliere le evidenze indicate, dare seguito alle determinazioni della Commissione tecnica per consentire una gestione pubblica senza finalità di lucro, agire fattivamente per calmierare il costo dell’acqua del gestore del sovrambito regionale Siciliacque spa e renderlo economicamente sostenibile per le famiglie dei Comuni della provincia di Caltanissetta. La raccolta firme sarà fatta sul tutto il territorio e le stesse verranno depositate presso gli sportelli del Movi e di Federconsumatori Caltanissetta APS in Via Xiboli n.310, as Caltanissetta”, aggiungono i promotori. L’iniziativa è stata comunicata anche al sindaco Lucio Greco, a Palazzo di Città. Sarà convocata una conferenza stampa. Tutti coloro che vogliono partecipare all’iniziativa entro il 28 gennaio possono contattare, in modo da poter presenziare, il MoVi al numero 0934 584206/1903767 dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 o dalle 16 alle 20. Oppure recarsi agli sportelli in Via Xiboli n.310 e in Corso Umberto I n.238; Federconsumatori Caltanissetta APS agli stessi orari al numero 3274557972. Oppure recarsi presso gli sportelli dell’associazione.
Ecco i punti alla base della petizione
nel giugno 2011 si è celebrato il referendum sull’acqua pubblica e bene comune, nel quale la maggioranza assoluta degli italiani e dei siciliani, con il 97,9% di SI’, ha decretato che la gestione del servizio idrico deve essere pubblica e non deve avere finalità lucrative;
la Legge Regionale n.19/2015, tuttora vigente, sancisce come principio cardine (art.1) che “l’acqua è un bene comune e pubblico non assoggettabile a ragioni di mercato… la cui gestione è realizzata senza finalità lucrative”;
la Commissione Tecnica, nominata dal Presidente della Regione Sicilia ai sensi dell’art.12 della Legge Regionale n.19/2015, si è espressa nel dicembre 2019 per la rescissione del contratto con il gestore del Servizio Idrico Integrato Caltaqua-Acque di Caltanissetta per gravi inadempienze;
la sentenza del Tar di Palermo n. 00328/2020, così come confermata dal Cga, sancisce che sono “illegittime le delibere di giunta regionale con le quali vengono determinate le tariffazioni applicate da Siciliacque spa a livello regionale” e con le quali vengono soprattutto penalizzati i cittadini della provincia di Caltanissetta che pagano una tariffa di 0,69 €/mc di acqua all’ingrosso a Siciliacque;
i cittadini dei Comuni della provincia di Caltanissetta hanno pagato nel tempo, dal 2006 quando la gestione del Sistema Idrico Integrato è stata affidata a Caltaqua-Acque di Caltanissetta spa costi progressivamente e pesantemente sempre più elevati per l’acqua consumata, sia nella componente variabile che soprattutto nella componente fissa passata da 60 €/anno a 97,42 €/anno, oltre Iva, nel periodo dal 2008 al 2019, e di conseguenza a danno principalmente delle bollette con meno consumi di acqua nelle quali per regolamento la quota fissa non può superare il 20% dell’intero ammontare in fattura;
i cittadini dei Comuni della provincia di Caltanissetta continuano a pagare l’acqua troppo cara e corrono il rischio di pagare ancora di più, perché dal 2027 al 2036 dovranno ripagare il debito di 11.377.000 di euro contratto dall’Ato Idrico, scaturito dalla sentenza della Corte di Appello di Caltanissetta del 2022 e riconosciuto dall’Assemblea Territoriale Idrica con delibera n.1/2023: più di un milione di euro all’anno di aggravio della spesa idrica da dividere tra gli utenti della provincia di Caltanissetta per i restanti nove anni del contratto trentennale con Caltaqua.
Che corragio. Tutto questo è colpa dei nostri politici che dormono. Anche noi cittadini. Si dovrebbe fare una commissione dei diritti e chiedere i danni.
a quanto scritto aggiungete che, stante la non potabilità dell’acqua, il costo delle bottiglie di acqua acquistate dall’utenza
Incredibile ma vero oltre al pagamento in maniera cosi esosa, siamo costretti a comprare l’acqua per bere e il responsabile dell’Amministrazione comunale cosa ha fatto in tutti questi anni, si era eretto difensore dei diritti dei cittadini per l’acqua e si vede cosa ha fatto un fiasco come in tutte le altre cose IO ANDRO’ A FIRMARE LA PETIZIONE E FAREMO UNA CAMPAGNA A TAPPETTO PER RAGGIUNGERE TUTTI I CITTADINI PER ANDARE A VOTARE LA PETIZIONE.la dovete finire di vessare i cittadini