Gela. Per diverso tempo hanno fatto da voce piuttosto “critica” all’interno di una maggioranza, mai veramente pacificata. Ora, invece, i civici di “Una Buona Idea” sembrano diventati una sorta di ponte politico tra il sindaco Lucio Greco e l’area ancora scettica. Non ci sono più le fibrillazioni di qualche tempo fa. Il vicesindaco Terenziano Di Stefano, che è il riferimento in giunta del gruppo, ammette però che la crisi aperta dal Pd ha lasciato il segno. “La crisi politica colpisce tutti gli alleati – dice– noi stessi, nella riunione di maggioranza, abbiamo chiesto che il Pd non lasciasse la giunta e la coalizione. Sono esponenti che con noi hanno condiviso un programma e un percorso comune. Questa scelta del Pd non la viviamo egoisticamente, magari in cerca di nuovi spazi. Serve invece pluralità per andare avanti. Anche il gruppo di “Libera-mente” è determinante negli equilibri. Io credo siano cose che con il buon senso si possono superare”. Anche Di Stefano sembra lasciare un varco, soprattutto nei rapporti istituzionali con il Partito Democratico. Il vice del sindaco Lucio Greco, così come tutti gli alleati, ha dovuto incassare le notizie sui tagli imposti dalla Regione ad importanti finanziamenti, ma guarda anche a Palazzo di Città. “Quello che sta accadendo dimostra che con i finanziamenti non si può più scherzare – dice ancora – probabilmente, la precedente amministrazione, con l’obiettivo di non perdere il treno dei finanziamenti, ha inserito anche progetti non proprio conformi. Avrebbero dovuto essere quasi esclusivamente infrastrutturali. I tagli avranno inevitabili ripercussioni anche sui partiti che sono al governo della Regione. La città difficilmente dimentica. Con una situazione generale come questa, che ha risentito enormemente dell’emergenza sanitaria, anche altri governi avrebbero agito in questo modo, concentrando le risorse sulle priorità. Tutti dovremmo impegnaci a difendere gli interessi del territorio, pure quei partiti che hanno riferimenti regionali ma che invece sembrano capaci solo di lamentarsi”.
Se uno spiraglio politico Di Stefano lo ha lasciato nei rapporti con i dem, l’analisi sul quadro regionale sembra invece meno tenera rispetto alla levata di scudi che in queste settimane Pd e grillini stanno portando avanti a Palermo e in città. Hanno duramente contestato le contraddizioni di una giunta che annovera assessori direttamente collegati ai partiti dei tagli. Dalla Regione, premono sempre sullo stesso tasto, quello dei ritardi nella progettazione esecutiva, che fa poi da prologo al definanziamento, come accaduto con i 33 milioni del “Patto per il Sud” e adesso con i circa 150 milioni di euro della darsena. Di Stefano non nasconde di essere molto preoccupato e lui stesso ha sul tavolo i progetti di “Agenda Urbana”, altro programma di investimenti strategico. “In Comune ci sono pochi rup – conclude – sono sempre gli stessi ed è normale che vengano sovraccaricati. Continuo ad essere dell’idea che una parte delle compensazioni Eni debba essere destinata ad un fondo per la progettazione. Per i rup, invece, non ci sono molte altre soluzioni. Servirebbero concorsi per assumere nuovi tecnici. Spero solo che l’intervento di Invitalia, Cassa Depositi e Prestiti e Ghelas, possa sortire un miglioramento”. Perdere altri finanziamenti potrebbe pesare ancora di più sulle sorti della giunta Greco, che in un anno ha messo in lista una sequela di scivoloni e pesanti tagli. In settimana, sono in programma altri incontri in Regione, anche per il tramite del gruppo locale dell’Udc, che ha come riferimenti gli assessori Mimmo Turano e Alberto Pierobon.