Gela. Il Consiglio di giustizia amministrativa, la scorsa settimana, non ha accolto le istanze che l’amministrazione comunale aveva presentato alla presidenza della Regione, chiedendo che venisse dichiarata l’illegittimità del taglio dei 33 milioni di euro del “Patto per il Sud”, disposto proprio dal governo Musumeci. Per il Cga il definanziamento fu legittimo, giustificato da progetti che non erano ancora “cantierabili”. Sul capitolo tagli, però, pare non sia detta l’ultima parola, perché ad inizio del prossimo anno, il Tar Palermo dovrà pronunciarsi anche su un altro ricorso, sempre sullo stesso tema. Questa volta, si tratta dell’azione avanzata dai legali di tre deputati regionali del Movimento cinquestelle, Nuccio Di Paola, Ketty Damante e Luigi Sunseri. I grillini annunciarono che si sarebbero opposti, anche per vie legali, ai tagli che colpirono i fondi per Gela e Termini Imerese, peraltro due aree di crisi complessa. Il ricorso è stato presentato e verrà trattato dai giudici amministrativi. Rispetto a quello dell’amministrazione comunale, che si è rivolta alla presidenza della Regione, quello targato M5s è stato depositato al Tar Palermo. L’azione fa leva esclusivamente sul provvedimento della giunta regionale del novembre 2019 e su una nota della Ragioneria generale. In sostanza, per i grillini quella proposta di definanziamento dei 33 milioni di euro (fondi per Gela) non poteva essere varata, perché il governo Musumeci non chiese anzitutto i necessari pareri alle commissioni competenti, quelle bilancio e Ue. Prima di poter varare rivisitazioni sui fondi Fsc, come viene indicato nel ricorso, la giunta regionale avrebbe dovuto ottenere i necessari pareri. Per questo motivo, si ritiene che i tagli subiti da Gela e Termini Imerese non siano legittimi.
“Le proposte concernenti i programmi generali di attuazione della programmazione regionale unitaria sono presentate dal governo all’Assemblea regionale Siciliana, sono esaminate dalla commissione bilancio e dalle altre commissioni competenti e sottoposte all’Assemblea regionale Siciliana che delibera con ordine del giorno”, si legge nel ricorso che richiama la legge regionale del 2009. Nelle undici pagine, si fa cenno proprio a giurisprudenza analoga e alla normativa che regola l’attività anche del governo regionale. Il definanziamento venne poi ratificato da una delibera della giunta Musumeci, risalente invece al giugno del 2020. “Qualcuno pensava che il Movimento cinquestelle non avesse poi dato seguito a quanto era stato annunciato – dice Di Paola – invece, il nostro ricorso è stato presentato al Tar e attendiamo che si pronunci, pare nei primi mesi del 2022. Riteniamo che quei tagli non potessero essere attuati, perché da un punto di vista procedurale è mancata la richiesta di pareri alle commissioni, che deve essere preliminare”.