Gela. In attesa dell’esito della visita ispettiva sulla qualità avviata da una commissione dell’assessorato regionale alla Salute, il presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” è finito nuovamente al centro delle polemiche. Sul calderone dei disagi figura, ancora una volta, la tac guasta ormai da una settimana e la carenza dei posti letto. Una pensionata di 86 anni, affetta da broncopolmonite, da tre giorni è ricoverata in un lettino del servizio di Astanteria dove altri pazienti con gravi patologie vengono dirottati costantemente dalle unità operative.
Il mancato funzionamento dell’importante strumento di diagnosi radiologica ha messo in luce altre criticità: dalla carenza di personale medico al Pronto soccorso alla precarietà dei mezzi in dotazione. Una delle due ambulanze ha già percorso 342 mila chilometri.
A denunciare, involontariamente, parte dei i disservizi è stato il consigliere indipendente Carmelo Casano, ormai ex assessore ai lavori pubblici durante l’amministrazione Fasulo. L’esponente dell’assise civica sarebbe andato su tutte le furie quando avrebbe appreso dell’impossibilità di trasferire un suo familiare presso l’ospedale di Pedara.
Le due ambulanze in dotazione erano impegnate in altri servizi, come il continuo trasferimento dei pazienti che devono sottoposti all’esame della tac. Circa sei al giorno, secondo i bene informati, diretti verso la l’unità complessa di radioterapia.
L’altra ambulanza deve sopperire tutte le altre emergenze del territorio. Eppure la tac, negli ultimi mesi, continua ad essere caratterizzata da guasti e lunghi periodi di inattività.
Il manager dell’Asp Cl2, Carmelo Iacono, ha annunciato l’avvenuto acquisto “di una nuova tac che sarà di supporto a quella attuale – assicura il direttore generale – Abbiamo individuato un nuovo locale che dovrà essere adeguato. La tac – comunque – sarà riparata entro una settimana. Sappiamo che è obsoleta e si guasta facilmente, come del resto l’ambulanza. Ma tra i due investimenti abbiamo scelto il primo”. Sull’emergenza medici in ospedale, tra le corsie del Pronto soccorso ne sono rimasti in organico solo sette, il manager Iacono nell’ammettere della difficoltà a reperire il personale sanitario si è detto pronto ad assumere medici del territorio che hanno i requisiti. Intanto in ospedale per i camici bianchi diventa da azzardo avanzare una richiesta per malattia o, ancora peggio, di ferie.