Gela. Una “clausola morale”, la definisce così il consigliere comunale del Movimento cinquestelle Virginia Farruggia, riferendosi alla vicenda dei lavoratori “storici” del servizio di sosta a pagamento. Ieri, ha partecipato all’incontro in municipio, insieme agli stessi operatori, al segretario Filcams Nuccio Corallo, all’altro consigliere Luigi Di Dio e all’assessore Giuseppe Licata. L’amministrazione ha voluto aprire un ragionamento per arrivare alla soluzione dell’assunzione dei lavoratori, anche se le scelte spettano alla società privata Ecoparking, che ha ottenuto l’affidamento. “La politica ha il dovere morale di salvaguardare i lavoratori di tutte le categorie. Lo dicevamo quattro anni fa, quando si decise di passare il servizio delle strisce blu alla Ghelas. Sapevamo tutti che la Ghelas non sarebbe stata in grado di gestire questo nuovo servizio con il personale che aveva a disposizione. Nell’arco di questi anni – dice il consigliere Farruggia – ho presentato diverse interrogazioni e accessi agli atti per monitorare il nuovo servizio in house e ho registrato, come mi aspettavo, solo perdite per l’ente. Adesso, l’amministrazione torna alla gestione privata delle strisce blu attraverso un bando pubblico e i lavoratori per cui abbiamo sempre chiesto garanzie rischiano ancora una volta di restare fuori dal servizio. Chiediamo ben più di uno sforzo a questa amministrazione, che avrebbe dovuto immaginare il tragico epilogo dovuto alla scelta di affidare il servizio alla società in house”.
Per Farruggia, i lavoratori hanno dovuto sopportare la perdita della continuità occupazionale e quindi l’amministrazione deve provvedere, oltre i semplici impegni verbali. “Chiediamo a questa amministrazione una clausola morale – aggiunge – per essersi resa colpevole di aver fatto perdere il lavoro agli otto operatori, che avrebbero potuto contare su un passaggio di cantiere se si fosse deciso di fare un nuovo bando già quattro anni fa”.
Si deve dare priorità di assunzione a quelli che godono di RdC in quanto mantenuti da tutti noi. Chi rifiuta vuol dire che non ha bisogno di lavorare.