Gela. Abbandonati dallo Stato anche per infrastrutture all’anno zero. Una denuncia, l’ennesima, che arriva dai sindacalisti della Cgil. Il segretario confederale Ignazio Giudice e quello provinciale degli edili della Fillea Francesco Cosca rimarcano la totale carenza di strade degne e la mancanza assoluta di interventi nell’intera provincia. “Una provincia che va indietro, per una chiara responsabilità dello Stato che ha deciso di abbandonarla al suo destino evitando anche la manutenzione ordinaria delle strade, da quelle urbane ai collegamenti viari esterni. Era il 19 Marzo 2017 e la Cgil della provincia di Caltanissetta consegnava all’allora Ministro Del Rio un corposo dossier ricco di numeri (dati sulla un’occupazione, migrazione giovanile, mortalità delle imprese) per descrivere il declino economico – scrivono i sindacalisti – il tutto corredato di foto delle varie strade oltre che delle stazioni ferroviarie. Sono trascorsi diciotto mesi, sono cambiati governo e ministro alle infrastrutture. All’onorevole ministro Toninelli ed al nuovo governo nazionale diciamo ciò che abbiamo sempre detto prescindendo da chi governi, non abbandonate i ventidue comuni della provincia di Caltanissetta”.
“Ciò che ieri era precario oggi è voragine, per esempio la strada Mussomeli-Serradifalco, ciò che ieri era strada dissestata oggi è fango, pietre, restringimento della carreggiata, questo accade in tutti i comuni del famoso Vallone, cioè Vallelunga Pratameno, Villalba, Milena, Acquaviva Platani, Montedodo, Sutera, accade anche per i collegamenti in direzione di Caltanissetta. Non va meglio nella zona sud, basti pensare alla famosa Butera-Gela, buia e con una voragine che insiste da qauttro anni in una curva degna di una politica precaria anche nel guardare le strade storiche, la stessa precarietà si registra nei collegamenti tra Gela, Niscemi, Mazzarino, Riesi e Sommatino, quasi una disgrazia oltre che una dimensione avventura percorrere le strade anche se piove solo da qualche minuto”. Una situazione disastrosa e inaccettabile che non trova alcuna soluzione. “Non siamo auto vecchie da rottamare, siamo donne e uomini, abbiamo una mente e un cuore, tanti sogni e tante sofferenze, amiamo la vita, sappiamo che significa vivere al Sud e non vogliamo abbandonarlo. La politica produca fatti – concludono – non si limiti agli annunci, di annunci abbiamo le tasche piene della stessa grandezza delle voragini. Il danno derivante dall’isolamento come se fossimo isola nell’isola ha un riflesso anche sul valore di terreni e fabbricati che vengono svalutati dal mercato immobiliare così come aumentano i costi per i cittadini e le imprese per ogni singolo spostamento”.
I SIGNORI sindacalisti si sono svegliati con l’avvento del governo giallo verde.
Dove sono stati quando c’era renzi ?
Dove erano nel periodo di gentiloni ?
Dove erano nel periodo di Enrico Letta?
Poi prima di arrivare a toninelli c’era il vostro compagno di merende ,saro…
Perché non vi lamentate con musumeci e i bellissimi?
…eppure nel Settembre 2016 ho visto l’allora Presidente del Consiglio Renzi, alla Valle dei Templi che in presenza di tanti Sindaci dei Comuni della Regione, nonché alla presenza dell’Allora Presidente Rosario Crocetta, firmare il cosidetto “Patto per la Sicilia” consegnando difatti, oltre 7 miliardi di €uro alla Regione permettendole di portarla in pareggio di bilancio ( http://www.governo.it/sites/governo.it/files/PattoSicilia.pdf ). Il “Patto” era finalizzato a finanziare cinque settori prioritari :
1. Infrastrutture;
2. Ambiente;
3. Sviluppo economico ed attività produttive;
4. Turismo e Cultura;
5. Sicurezza, legalità e vivibilità del territorio;
Dove sono finiti quei soldi?. Probabilmente bisognerebbe chiedere agli amministratori della Regione Siciliana e non a sparare sempre e a prescindere, sui precedenti Governi nazionali.