Storie tese in Enimed, la Rsu contro le scelte aziendali: produzione in calo e futuro a rischio

Gela. Drastica riduzione della produzione e un carico di spese eccessivo. Da tempo, ormai, le acque sono agitate nel sito locale di Enimed, uno dei principali di tutta l’isola. I lavoratori non condiv...

A cura di Redazione Redazione
25 maggio 2018 15:44
Storie tese in Enimed, la Rsu contro le scelte aziendali: produzione in calo e futuro a rischio -
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Gela. Drastica riduzione della produzione e un carico di spese eccessivo. Da tempo, ormai, le acque sono agitate nel sito locale di Enimed, uno dei principali di tutta l’isola. I lavoratori non condividono le scelte dei manager del cane a sei zampe, che nel settore dell’upstream hanno virato sulla base a terra, che ha sostituito la piattaforma Prezioso K, ma che non sembrano marciare secondo quanto previsto nel protocollo di intesa di quattro anni fa. L’ennesima rottura nei rapporti tra manager e lavoratori è sintetizzata dalla posizione assunta dalla Rsu aziendale. Negli scorsi giorni, i rappresentanti sindacali hanno avuto un confronto con la dirigenza del gruppo, ma le cose non sono affatto migliorate. Per i rappresentanti dei lavoratori, a rischio non c’è solo l’occupazione nel sito locale, ma addirittura lo stesso futuro di Enimed, che si starebbe disimpegnando. Considerazioni forti che hanno spinto la Rsu a chiamare in causa le segreterie provinciali dei chimici, chiedendo che venga fissato un incontro, immediato, con il management di Enimed.

L’allarme dei lavoratori. Per i lavoratori, infatti, mentre la produzione è in continuo calo, il gruppo starebbe invece appesantendo l’organigramma locale, assorbendo operatori di altri siti. Inoltre, verrebbero sempre più spesso utilizzati consulenti esterni per attività che potrebbero essere svolte dal personale locale. Una situazione che rischia di scoppiare, come già denunciato in più occasioni dai chimici di Cgil, Cisl e Uil, che attendono la convocazione dai manager di Enimed. Da mesi, infatti, chiedono un confronto su numeri occupazionali, investimenti e su tutte le attività correlate, a cominciare dalla manutenzione dei pozzi. Per ora, le parti sembrano decisamente distanti e le preoccupazioni dei dipendenti si fanno più forti anche a causa di quanto sta accadendo in altri siti, come nell’area di Ragusa, dove il nodo scoperto è proprio il calo netto della produzione.

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