Gela. La clinica Santa Barbara perde pezzi e la questione della chiusura del reparto di neurologia finirà anche sui tavoli dell’Ars e su quelli del consiglio comunale. Il Pd, per il tramite del deputato regionale Giuseppe Arancio, sta già predisponendo un’interrogazione da sottoporre alla presidenza della Regione, mentre il gruppo consiliare proporrà una mozione alla giunta.
Un’interrogazione all’Ars. “La chiusura di un reparto come quello di neurologia alla clinica Santa Barbara – dice il primario Giuseppe Nibali – è un vero dramma sanitario”. Almeno sulla carta, la chiusura del reparto nella clinica privata dovrebbe essere seguita dall’avvio dello stesso servizio all’ospedale Vittorio Emanuele. Allo stato attuale, però, non c’è certezza neanche dei finanziamenti. “Il problema decisionale affonda le sue radici nel neo governo regionale – ha detto negli scorsi giorni il manager dell’Asp Carmelo Iacono – se dovesse esserci una reale criticità l’azienda non resterà con le mani in mano. L’ospedale di Gela deve avere una neurologia, come già previsto. Non possono dismettere un reparto nel territorio se non ne aprono un altro”. “Stiamo verificando la reale situazione – dice il consigliere comunale dem Romina Morselli – purtroppo, si tratta di scelte assunte da un’azienda privata. Però, attraverso la nostra deputazione regionale, chiederemo tempi certi per assicurare una neurologia efficiente al Vittorio Emanuele”.
La Cgil incalza su “fatti e misfatti”. Lo stop alla clinica Santa Barbara rischia di pesare, e non poco. “I casi che riguardano neurologia – dice ancora Nibali – a livello locale, sono almeno tra il venti e il trenta per cento di quelli registrati negli accessi al pronto soccorso”. Insomma, con la convenzione saltata tra Asp e clinica Santa Barbara, potrebbe crearsi un vuoto sanitario enorme. Intanto, anche la Cgil, con il segretario confederale Ignazio Giudice, non usa parole tenere. “Tutto ha un nome e diverse responsabilità politiche – dice – che nei prossimi giorni, nel corso di una conferenza stampa, illustreremo denunciando fatti e misfatti. Una cosa è chiara, di sanità uccisa dalla politica non si può morire!”. Peraltro, il sindacato mette l’accento anche sullo stop ad un altro reparto, quello di chirurgia generale.
“Non rassegnarsi al futuro nebuloso”. “È inaccettabile il silenzio delle organizzazioni di massa, partiti, istituzioni, movimenti associativi, fatta eccezione per il sindacato. Questa città non si deve rassegnare a questo nebuloso presente e nemmeno a un futuro sempre più lontano dai bisogni dei cittadini – dice l’esponente di Liberi e Uguali Paolo Cafà – la sanità è alla base di tutto, la città non può e non deve subire questo ulteriore affronto, accettando con senso di rassegnazione la chiusura della neurologia. Liberi e Uguali è dalla parte di chi si batte per avere una città a misura d’uomo, con servizi sanitari di base efficienti e rispondenti ai bisogni dei cittadini. Siamo dalla parte di chi lotta”.
La politica che negli ultimi decenni, a livello locale, ha deciso nomine e carriere professionali, farebbe bene a svegliarsi.