Gela. I ritardi nei pagamenti delle retribuzioni, che spettano ai lavoratori del servizio rifiuti, sono considerati molto gravi dalla segreteria della Fp-Cgil igiene ambientale, che delinea una situazione piuttosto difficile. Già la Filas, nelle ultime ore, ha lanciato l’allarme. Palazzo di Città ha versato il canone mensile ma Tekra non ha ancora provveduto ai pagamenti. “La questione dei rifiuti continua a costituire e a rappresentare una vicenda dai risvolti sempre più drammatici. Anche questo mese, come nei precedenti, per i lavoratori di Tekra le retribuzioni subiranno notevoli ritardi. Per la maggior parte, si tratta di lavoratori monoreddito e ciò significa non poter essere in grado di ottemperare a impegni economici assunti a sostegno delle proprie famiglie né tantomeno riuscire a gestire la condizione economica in modo normale. Riteniamo deplorevoli quest’atteggiamento e questa condizione – dice Paolo Anzaldi – lavoratori che operano in condizioni disagiate, perché sovraccaricati a causa di una gestione del servizio lacunosa devono sopportare anche i ritardi nei pagamenti”. Il sindacalista richiama anche il blocco delle ferie, che sarebbe già stato comunicato. “A questo si aggiunge che Tekra avrebbe respinto e bloccato la fruizione delle ferie per tutti i lavoratori nel periodo estivo, contravvenendo così alla violazione contrattuale che prevede la fruizione di almeno quindici giorni, nel periodo tra dal 15 giugno e 15 settembre”. Dalla Fp-Cgil, inoltre, emergono timori di scelte che possano avere altro tipo di responsabilità.
“Non vogliamo pensare che si possa trattare dell’ennesimo atto di forza tra amministrazione e azienda ma di sicuro questa è purtroppo una vicenda per la quale siamo spesso costretti a intervenire e che grava esclusivamente sui lavoratori, che sono gli unici a pagare le conseguenze del mancato versamento della mensilità e di mancati impegni e pertanto metteremo in campo tutte le forme di protesta necessarie e legittime per tutelare questi lavoratori e le loro famiglie. La cittadinanza ha il diritto di sapere come stanno le cose e che le responsabilità stanno al di fuori dei mezzi di raccolta e dei lavoratori che raccolgono i rifiuti per strada. La responsabilità si annida in stanze sicuramente molto più comode e sicuramente più pulite”, conclude Anzaldi.