Gela. Due giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno preannunciato la richiesta di astensione. I magistrati, seppur in altre fasi del procedimento, si sono già espressi sulla posizione di uno degli attuali imputati, nel giudizio di secondo grado dell’inchiesta antimafia “Stella cadente”. Fanno parte della sezione di appello, chiamata a decidere sui ricorsi presentati dai legali di difesa. Si ritornerà in aula tra un mese. Oggi, non è stato possibile procedere con le prime discussioni dei difensori. A dicembre, la procura generale aveva avanzato la richiesta di conferma di tutte le condanne, pronunciate dal gup del tribunale nisseno, a conclusione del giudizio abbreviato. I coinvolti sono accusati di aver fatto parte del nuovo gruppo degli stiddari, sotto il comando di Bruno Di Giacomo, a sua volta a processo in questo filone. Il boss, in primo grado, è stato condannato a ventidue anni e un mese di detenzione. Il gup dispose inoltre la condanna a quattordici anni di detenzione per Alessandro Scilio; a tredici anni e otto mesi di detenzione per Gaetano Marino, che però non è stato riconosciuto promotore del gruppo attivo nel traffico di droga; a dodici anni e due mesi di detenzione per Emanuele Lauretta; a nove anni e sei mesi per Giuseppe Alessandro Antonuccio; a nove anni e due mesi ciascuno per Andrea Romano, Filippo Scerra e Gianluca Parisi; a sei anni e sei mesi di detenzione per Giuseppe Giaquinta e cinque anni e undici mesi a Giuseppe Antonuccio, Rosario Marchese e Gaetano Simone; a quattro anni e cinque mesi per Nicola Palena; a quattro anni al collaboratore di giustizia Giovanni Canotto, che con le sue dichiarazioni ha fornito elementi alle indagini; a due anni e otto mesi a Calogero Infurna, assolto solo dal capo relativo al possesso di un’arma; a due anni e quattro mesi per Luigi D’Antoni. Le parti civili hanno concluso, sostenendo la richiesta di conferma delle condanne, avanzata dalla procura generale.
In primo grado, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni in favore del Comune (con l’avvocato Ornella Crapanzano), della Cgil (con il legale Rosario Giordano), della Federazione antiracket (con l’avvocato Mario Ceraolo), di tre esercenti che sarebbero finiti nel mirino degli stiddari (rappresentati dall’avvocato Valentina Lo Porto), dell’ambulante Saverio Scilio (con l’avvocato Alessandra Campailla) e ancora di Rocco Di Giacomo, a sua volta imputato nel giudizio ordinario e difeso dal legale Antonio Gagliano. Le difese dei coinvolti sono sostenute dai legali Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Giovanna Cassarà, Francesco Enia, Cristina Alfieri, Laura Caci, Rocco Guarnaccia, Maurizio Scicolone, Giovanna Zappulla, Ivan Bellanti, Gianmarco Cammalleri e Rocco Di Dio.