Gela. Sono venti e vennero coinvolti nel maxi blitz “Stella cadente”. E’ il terzo filone processuale scaturito dall’inchiesta antimafia che ha permesso agli investigatori di risalire alla nuova organizzazione della stidda locale. I venti imputati non furono raggiunti da misure restrittive o comunque ne ottennero l’annullamento. Ieri mattina, è stato sentito in aula uno dei poliziotti della squadra mobile di Caltanissetta che si occupò delle indagini. Ha tracciato un primo quadro introduttivo. Per i pm della Dda di Caltanissetta, i coinvolti avrebbero avuto rapporti diretti con i presunti capi, già condannati in primo e secondo grado, fornendo armi e droga. Sono a giudizio Francesco Oro, Gaetano Brosco, Francesco Carfì, Rocco Cinardi, Luigi Garufo, Nunzio Catalano, Laura Cosca, Giuseppe D’Antoni, Ciro Di Palma, Salvatore Esposito Ferrara, Giuseppe La Cognata, Antonio Montana, Alessandro Pardo, Massimiliano Tomaselli, Vincenzo Tosto, Francesco Vizzini, Benedetto Curvà, Maria Cinardi, Giovanni Di Giacomo e Paolo Portelli. Parti civili sono invece il Comune (con l’avvocato Ornella Crapanzano), l’associazione antiracket “Gaetano Giordano” e la Fai (con gli avvocati Valentina Lo Porto, Federica Maganuco e Mario Ceraolo), alcuni esercenti che sarebbero stati vessati dalle richieste estorsive e uno degli imputati in un altro filone ma poi assolto (con i legali Valentina Lo Porto e Antonio Gagliano).
Il poliziotto proseguirà la sua esposizione dei fatti nel corso della prossima udienza. Ha iniziato a rispondere alle domande dei pm dell’antimafia nissena, Davide Spina e Claudia Pasciuti. L’inchiesta si focalizzò principalmente sul boss Bruno Di Giacomo e su chi l’avrebbe sostenuto. Sarebbe stato proprio Di Giacomo ad aver avuto il controllo del gruppo stiddaro riorganizzato. Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio, Giovanna Cassarà, Davide Limoncello, Nicoletta Cauchi, Floriana Trainito, Giovanna Zappulla, Cristina Alfieri, Rocco Guarnaccia e Carmelo Terranova.