Gela. Circa cinquecento litri d’idrocarburi sversati in mare a causa di una falla apertasi lungo la linea P2 della fabbrica Eni e una marea in grado di raggiungere la zona compresa tra le contrade Bulala e Mignechi.
Ieri mattina, infatti, sono iniziate le operazioni di bonifica di un tratto di costa. A segnalare la presenza di chiazza nere in spiaggia sono stati alcuni proprietari della zona e sul posto sono arrivati i volontari di Legambiente.
Prese di posizione fortemente critiche davanti all’incidente verificatosi sulla linea P2 giungono anche dagli esponenti del movimento cinque stelle. “Qualcosa non è andata per il verso giusto – spiega Pietro Lorefice componente dell’associazione – la marea ha trascinato via gli idrocarburi lungo buona parte della costa, fino all’area del ragusano. Abbiamo segnalato tutto alla procura della repubblica e non escludiamo la presentazione di un esposto”. I dirigenti del gruppo Eni, invece, hanno comunicato che la fuoriuscita è subito stata bloccata e, di conseguenza, la macchia nera estesasi per circa mille metri messa sotto controllo dai mezzi d’emergenza del gruppo Eureco.
Ieri mattina, comunque, diverse auto di servizio della multinazionale hanno raggiunto la zona di contrada Mignechi per verificare lo stato delle cose. Una ruspa è stata messa a disposizione allo scopo d’intervenire sulla spiaggia ed eliminare i resti accumulatisi.
“Questa procedura – continua Lorefice – mi pare decisamente fuori norma. In sostanza, i resti non vengono eliminati ma solo interrati”. Diversi proprietari della zona hanno individuato, già nelle ore successive allo sversamento, chiazze d’idrocarburi lungo la spiaggia di contrada Mignechi, a pochi passi dalle tante serre dell’area.
“C’è da intervenire in maniera decisa – ammette ancora Pietro Lorefice – non mi riferisco soltanto all’ultimo sversamento in mare. Quì, quotidianamente, vengono dati alle fiamme i resti di produzione delle serre. Senza tenere in considerazione gli effetti, molti agricoltori incendiano i fusti utilizzati per contenere diserbanti”.
I volontari hanno deciso di contattare il procuratore capo Lucia Lotti e i responsabili della capitaneria di porto. Sono stati allertati gli stessi funzionari di settore dei comuni del ragusano che si affacciano lungo il tratto di costa raggiunto dalla marea. La linea P2, invece, è già stata posta sotto sequestro.