Gela. Sta già scontando la pena, con l’affidamento in prova ai servizi sociali che gli consente di svolgere attività lavorativa, come deciso dal tribunale di sorveglianza. E’ diventata definitiva la condanna imposta al trentasettenne Paolo Quinto Di Giacomo. Sparò nell’area esterna della stazione di servizio Gb oil. Ferì due licatesi. Rimasero coinvolti anche un operatore del 118 e un carabiniere che riuscì a bloccarlo. Sono state pubblicate le motivazioni della Corte di Cassazione. In appello, dopo la condanna del gup del tribunale di Gela che in abbreviato gli impose otto anni di detenzione, arrivò il concordato, con la riduzione a sei anni. Fu proposto dal difensore, l’avvocato Davide Limoncello. Il ricorso in Cassazione non è stato accolto e le motivazioni sono state pubblicate. Tutta la dinamica venne ripresa dai sistemi di videosorveglianza della stazione di servizio. Di Giacomo sparò dopo aver saputo che un gruppo di licatesi aveva importunato la sorella e alcuni amici. C’era stata una rissa all’interno del locale. Il trentasettenne arrivò dopo, mentre erano in corso gli interventi di soccorso. Sparò contro i licatesi. Per l’accusa, c’era la volontà di uccidere.
La difesa e lo stesso imputato hanno invece escluso che i colpi di arma da fuoco (con matricola abrasa) fossero stati esplosi per uccidere. Secondo la ricostruzione difensiva, ci sarebbe stata solo la volontà di intimidire i licatesi, che rimasero feriti.