Spari in via Venezia contro un'auto, l'accusa di tentato omicidio: in appello condanna ridotta
La sentenza di primo grado, in abbreviato, è stata impugnata dalla difesa. Per gli investigatori, quegli spari sarebbero da collegare al contesto della criminalità
Gela. La procura generale ha concluso per la piena conferma della pronuncia di condanna di primo grado, a otto anni e quattro mesi di reclusione. I giudici della Corte d'appello di Caltanissetta hanno ridotto l'entità, a sei anni e sei mesi. E' la decisione emessa per la posizione del ventiduenne Giuseppe Peritore, accusato di aver preso parte all'agguato di via Venezia, quando, in pieno pomeriggio, due, in sella a uno scooter, entrarono in azione, sparando contro l'auto a bordo della quale viaggiava Salvatore Azzarelli, insieme alla sorella. Rimasero feriti ma non in maniera grave. L'accusa mossa all'imputato era di tentato omicidio, oltre alle lesioni, alla disponibilità dell'arma e all'aggravante mafiosa. Per gli investigatori, quegli spari sarebbero da collegare al contesto della criminalità. Azzarelli, secondo gli inquirenti, era l'obiettivo. Almeno un colpo vagante raggiunse un'altra vettura in transito, senza però causare conseguenze a chi era a bordo. La sentenza di primo grado, in abbreviato, è stata impugnata dalla difesa di Peritore, sostenuta dal legale Carmelo Tuccio. L'appello, in parte, è stato accolto, determinando la riduzione dell'entità della pena. Non venne individuato, invece, chi spalleggiò Peritore. Inizialmente, fu sottoposto a misura restrittiva un altro giovane ma per lui, in sede di riesame, le accuse vennero meno, con la scarcerazione immediata. Per l'accusa, la pena imposta a Peritore era da confermare. Gli inquirenti, con le indagini condotte dai poliziotti e coordinate dai pm della Dda nissena, ritennero che gli spari fossero finalizzati a uccidere. Per la difesa, non sarebbero emersi elementi per ritenere fondata la contestazione di tentato omicidio.
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