Gela. Non sarebbero loro due dei componenti dell’improvvisato commando che, lo scorso aprile, avrebbe fatto fuoco contro un’abitazione di via Ivrea.
Si difendono e chiedono la revoca della custodia cautelare in carcere. Lo hanno nuovamente confermato i legali di fiducia del ventiquattrenne Igland Bodinaku e del ventinovenne Antonio Radicia, accusati di aver organizzato una sorta di spedizione punitiva ai danni del loro presunto rivale Graziano Romano. Gli avvocati Davide Limoncello, Carmelo Tuccio e Flavio Sinatra hanno chiesto la revoca della misura della custodia cautelare in carcere imposta ai loro assistiti. Lo hanno fatto davanti ai giudici del tribunale della libertà di Caltanissetta.
Dubbi sul video che l’incastrerebbe. Né per Radicia né per Bodinaku sussisterebbero elementi tali da collegarli a quell’azione di fuoco. Le immagini riprese da un sistema di videosorveglianza della zona di via Ivrea, infatti, non darebbero alcuna certezza sull’identità dei responsabili. A sparare, inoltre, sarebbe stato un terzo presunto complice ancora non identificato. L’avvocato Limoncello ha sottolineato come Antonio Radicia abbia comunque ricoperto un ruolo del tutto marginale nella vicenda, non avendo mai nutrito rancori nei confronti di Romano. Lo stesso Romano venne bloccato, la scorsa estate, con l’accusa di aver sparato diversi colpi di pistola contro Igland Bodinaku, costretto agli arresti domiciliari nel suo appartamento di Sant’Ippolito. Gli indagati, quindi, continuano a respingere le accuse mosse dai magistrati della procura.