Gela. Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Lecce ha disposto il rinvio a giudizio per tutti i sei imputati, ritenuti responsabili di quanto accaduto, lo scorso anno, in pieno centro storico a Nardò, in Salento.
Gli spari in pieno centro. Così, a processo finiscono anche i gelesi Angelo Caci e Rocco Falsaperla, entrambi da tempo residenti nel Nord Italia. Le accuse mosse dai pm leccesi riguardano il tentato omicidio del ventisettenne Giovanni Calignano, raggiunto da un colpo di pistola, e la tentata estorsione ad un esercente di Nardò. In base alla ricostruzione fornita dagli investigatori, Caci e Falsaperla avrebbero sostenuto Francesco e Giampiero Russo, padre e figlio, che intendevano sottoporre ad estorsione l’esercente. La vittima, però, avrebbe chiesto l’intercessione di Giovanni Calignano che, per questa ragione, sarebbe stato preso di mira dai gelesi e dai Russo. Una sorta di regolamento dei conti nell’ambito della criminalità locale, almeno questo ipotizzano i pm salentini. Angelo Caci e Francesco Russo rispondono del tentato omicidio e della tentata estorsione. Rocco Falsaperla, Giampiero Russo e Giovanni Calignano solo della tentata estorsione. A processo finisce anche la quarantaquattrenne cubana Evilys Pimentel Roque, accusata di aver coperto la fuga di Francesco Russo e Angelo Caci.